Esteri

Cremlino: “Per far finire subito il conflitto basta che Biden dia istruzioni a Zelensky”

di Adolfo Spezzaferro -

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Mosca chiama Washington, ma Washington non risponde: la via diplomatica per una soluzione del conflitto russo-ucraino esiste e il Cremlino lo fa presente all’amministrazione Usa. Per arrivare alla fine della guerra in Ucraina “molto rapidamente” è sufficiente che il presidente americano Joe Biden “dia istruzioni” in tal senso a Kiev, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando le parole dell’ex presidente Usa Donald Trump. Certo, “non è questione di un giorno, o neanche di due”, ma quello che fa il regime di Kiev “è in larga misura nelle mani di Washington”, ha puntualizzato Peskov. Ma allo stato attuale – questo è il punto – è chiaro che Biden “non vuole usare la sua influenza sull’Ucraina per arrivare alla fine del conflitto, ma al contrario ha scelto la strada dell’invio di altre armi all’Ucraina”.
Il Cremlino è in linea con Trump: l’invio di tank all’Ucraina e le pressioni americane sugli altri Paesi stanno provocando un’escalation. Peskov ha sottolineato che “si può essere d’accordo con le dichiarazioni” dell’ex presidente americano, “perché c’è una vera escalation delle tensioni”. Secondo il portavoce del Cremlino, “le tensioni stanno aumentando soprattutto a causa delle decisioni che vengono prese, in primo luogo, a Washington e nelle capitali europee, sotto la pressione degli americani. Si tratta delle forniture di armi, carri armati e altro, e delle discussioni in corso che ora riguardano gli aerei”. Trump ha lanciato l’allarme sul fatto che il passaggio successivo all’invio di carri armati in Ucraina potrebbe essere un conflitto nucleare.
A sentire l’ex presidente Usa, se ci fosse ancora lui alla Casa Bianca potrebbe risolvere la guerra in Ucraina in 24 ore. In un post sulla sua piattaforma “Truth Social” ha sottolineato che se fosse stato ancora in carica al momento del suo inizio “la guerra tra Russia e Ucraina non sarebbe mai avvenuta”. Ma anche ora, “se lo fossi, potrei portare ad un accordo per porvi fine, tempo 24 ore”. “Prima i tank poi verranno le armi nucleari”, ha affermato il tycoon, chiedendo al suo successore Biden di mettere fine a “questa guerra folle”.
Nel frattempo sale la tensione tra Germania e quindi la Ue e la Federazione russa dopo le improvvide parole del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock. “Sì, dobbiamo fare di più per difendere l’Ucraina. Sì, dobbiamo fare di più anche con i carri armati”, ha affermato la Baerbock durante un dibattito all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. “Ma la parte più importante e cruciale è che lo facciamo insieme e non ci incolpiamo a vicenda in Europa, perché stiamo combattendo una guerra contro la Russia e non l’uno contro l’altro”. Parole che hanno scatenato la reazione di Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha chiesto all’ambasciatore tedesco a Mosca di dare spiegazioni sulle parole della Baerbock, definite “contraddittorie”. Da un lato, la Germania (come ripetuto da Francia, Italia e anche Usa) sostiene di non essere parte in causa nel conflitto in Ucraina. D’altra parte, però, il ministro degli Esteri tedesco ha affermato che i Paesi europei sono in guerra con la Russia. “Si rendono conto loro stessi di cosa stanno affermando?”, ha scritto la Zakharova sul suo canale di notizie Telegram.
Intanto il Consiglio Ue ha prorogato per sei mesi, fino al 31 luglio 2023, le sanzioni contro la Federazione russa. Tra le misure inflitte, restrizioni al commercio, alla finanza, alla tecnologia e ai beni a duplice uso, all’industria, ai trasporti e ai beni di lusso. Le sanzioni riguardano anche il divieto di importazione o trasferimento di petrolio greggio trasportato via mare e di alcuni prodotti petroliferi dalla Russia all’Ue e la rimozione dal sistema di pagamenti internazionali Swift di diverse banche russe.
Ma è sul fronte degli armamenti che l’escalation rischia di finire fuori controllo. Perché ora che Zelensky ha ottenuto i carri armati, già chiede gli aerei. E in ogni caso non intende mollare su questa linea: il presidente ucraino non vuole trattare, ha più volte ripetuto che la condizione per i negoziati è il ritiro dei russi dai territori occupati. Zelensky vuole proseguire la guerra, dunque. Sapendo che Mosca non accetterà mai di ritirarsi.
E finché Biden gli manda le armi e gliele fa mandare dalla Nato, il conflitto andrà avanti ancora a lungo. A meno che la Casa Bianca non decidesse di far scendere a più miti consigli il presidente ucraino.

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