Esteri

L’altra faccia della guerra

di Ernesto Ferrante -

Russian President Vladimir Putin meets with Turkish President Recep Tayyip Erdogan on the sidelines of the Shanghai Cooperation Organisation (SCO) leaders' summit in Samarkand on September 16, 2022. (Photo by Alexandr Demyanchuk / SPUTNIK / AFP)


Vecchie e nuove tensioni stanno caratterizzando l’incontro dei ministri degli Esteri del G20 a New Delhi, in India. Sul tavolo l’evoluzione del conflitto in Ucraina e le tensioni crescenti tra Usa e Cina. Il governo Modi, con un autentico percorso a ostacoli, cerca di portare avanti temi quali il cambiamento climatico e il debito del terzo mondo, confinati, per cause di forza maggiore, nella parte bassa dell’agenda politica mondiale.
Quello indiano è un ruolo estremamente delicato. La neutralità ribadita in più occasioni rispetto all’operazione militare speciale voluta da Putin, è frutto indubbiamente di una precisa scelta politica ma anche di una necessità dettata dai solidi rapporti commerciali esistenti con Mosca.
Nella “capitale mondiale del libro del 2003”, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha visto l’omologo turco Mevlut Cavusoglu. Lavrov ha anche pubblicato un’immagine del faccia faccia con il plenipotenziario di Ankara. Il capo della diplomazia di Mosca ha precisato che l’estensione dell’accordo sull’export di grano dall’Ucraina è possibile solo se si tengono in considerazione “gli interessi dei produttori russi”. Un chiaro riferimento alle sanzioni e agli ostacoli nell’accesso ai mercati internazionali.
“Nel discutere le prospettive per l’attuazione dell’iniziativa sui cereali del Mar Nero, si legge in una nota del ministero da lui guidato, la parte russa ha sottolineato che il prosieguo dell’accordo è possibile solo se vengono presi in considerazione gli interessi dei produttori russi di prodotti agricoli e fertilizzanti nei termini di accesso senza ostacoli ai mercati mondiali”. Che l’atmosfera non sia delle migliori lo si capisce anche dalle parole usate dal segretario di Stato americano Antony Blinken per annunciare di non aver “pianificato” alcun colloquio con i ministri degli Esteri russo Sergei Lavrov o cinese Qin Gang. “Nessun piano” su incontri con i due ministri degli Esteri, “anche se sospetto che saremo sicuramente insieme in qualche sessione di gruppo”, ha affermato lo statunitense durante le sue tappe in Kazakistan e Uzbekistan.

Per Blinken ci sono “zero prove” che Vladimir Putin sia pronto ad avviare seri colloqui di pace, nonostante le crescenti richieste che arrivano da più parti. “Al contrario, tutte le prove vanno nella direzione opposta”, ha accusato il segretario di Stato, secondo il quale “la vera questione è se la Russia arriverà al punto in cui sarà sinceramente preparata a mettere fine alla sua aggressione”.

Toni diversi quelli dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell per commentare la conversazione avuta il capo della diplomazia di Nuova Delhi, l’abile Jaishankar, a poche ore dalla riunione ufficiale. Sul tavolo, come ha spiegato Borrell su Twitter, ci sono state “questioni chiave” come “l’aggressione della Russia contro l’Ucraina o la crisi globale del debito”. L’Alto rappresentante ha rimarcato che “l’India è un partner chiave dell’Unione europea. Voglio approfondire la nostra partnership strategica e la collaborazione sulle sfide regionali e globali”.

Di pace si è discusso in Cina. La Bielorussia sostiene pienamente l’iniziativa di Pechino sulla sicurezza internazionale, ovvero il piano presentato in occasione dell’anniversario dell’inizio delle ostilità tra Mosca e Kiev. Lo ha fatto sapere il presidente bielorusso Alexander Lukashenko durante il vertice con il suo omologo cinese Xi Jinping che lo ha invitato in visita ufficiale a Pechino. L’agenzia di stampa bielorussa Belta ha riferito che i due leader si sono visti nella Sala Grande del Popolo e hanno presentato le rispettive delegazioni. “L’incontro si tiene in un momento molto difficile che richiede nuovi approcci non standard e decisioni politiche responsabili”, ha detto Lukashenko a Xi.

“Dovrebbero puntare a evitare uno scontro globale che non avrà vincitori – ha proseguito il numero uno di Minsk – La Bielorussia si propone attivamente per la pace e sostiene pienamente l’iniziativa cinese sulla sicurezza internazionale”.

La Cina promuove i colloqui di pace e la soluzione politica della guerra in Ucraina e sollecita gli altri ad abbandonare la “mentalità da Guerra Fredda” per risolvere la crisi. E’ questa la posizione espressa dal presidente cinese Xi Jinping.

Menzionando per la prima volta il documento in dodici punti per la pace in Ucraina, pubblicato la settimana scorsa dal suo ministero degli Esteri, Xi, citato dall’emittente televisiva statale Cctv, ha evidenziato che “il fulcro della posizione della Cina è promuovere i colloqui di pace” e bisogna “attenersi alla direzione della soluzione politica e abbandonare ogni mentalità da Guerra Fredda”.

Occorre, inoltre, “rispettare le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi e costruire un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile” e non si deve “politicizzare e strumentalizzare l’economia mondiale”, puntando unicamente a fare cose che servano a “risolvere pacificamente la crisi”.

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