Cultura & Spettacolo

Viaggio iniziatico nel linguaggio dei numeri attraverso i secoli

di Redazione -


I CONSIGLI DEL LIBRAIO DI GABRIELE GRAZI

 

Solitamente presento romanzi, nella convinzione, per la mia esperienza di libraio, che si adattino meglio ad un pubblico eterogeneo. In questo caso invece vi porto un saggio (cosa che farò di tanto in tanto), e nello specifico un saggio matematico specialistico, insomma difficile. Lo faccio per due convinzioni: in primo luogo, la lettura di un testo estraneo alle nostre abitudini non può che giovarci, costringendoci a rompere gli schemi mentali, a sforzarci per comprendere i suoi tecnicismi, a cercare di dare il meglio di noi stessi fuori dalla nostra zona di comfort, e quando vi torneremo saremo più completi, sapremo essere più concentrati, o forse semplicemente più curiosi. In secondo luogo, perché penso sia affascinante cercare quella che Chomsky teorizza come grammatica universale. Una struttura di base comune a tutti i linguaggi. Chomsky propone una prospettiva biolinguistica per cui le facoltà del linguaggio sono universali (altro consiglio di lettura: Il linguaggio e la mente di Chomsky, Bollati Boringhieri). La matematica può essere un ottimo candidato per la ricerca di alcuni tratti salienti di questa grammatica universale. Paolo Zellini è un professore stimato in tutta la comunità internazionale, un’eccellenza italiana nel mondo: quando vi prenderete del tempo per leggere dei saggi vi prego affidatevi a veri esperti nei rispettivi campi, che vi premieranno con il loro rigore. A questo inoltre Zellini aggiunge una naturale propensione narrativa ed una vasta cultura che spazia dalla filosofia all’archeologia, offrendoci un libro profondissimo ed avvincente. Vi muoverete in tutto l’arco della storia della matematica, dai Veda indiani all’antico Egitto, passando per tanta Grecia classica, con le figure di Aristotele, Euclide, Pitagora. Nomi che spesso associamo distrattamente a vecchi insegnamenti scolastici e che invece qui tornano a vivere nei loro misteri, ricordandoci che il sapiente era colui che sapeva tracciare tra le branche del sapere echi, riflessioni, speculazioni. Alla luce del rapporto tra due matrici cardinali della storia della matematica, i concetti di discreto e continuo, il libro offre una panoramica delle principali avventure intellettuali nei secoli, fino alle rivoluzioni dei nostri giorni. Un passo che ci porta dentro i temi del libro: “…D’altronde il calcolo si basa oggi sull’informazione insita nelle serie di numeri che approssimano elementi di un continuo puramente ideale, che non potremo conoscere mai. Ciò che conosciamo effettivamente è solo il discreto, anche se il comportamento delle serie discrete di numeri deve essere analizzato, per lo più, mediante la nozione di continuo.” In un altro suo libro (titolo bellissimo: La matematica degli dèi e gli algoritmi degli uomini, Adelphi) Zellini ci pone di fronte a questa domanda: “L’essenza dei numeri consiste in qualche loro natura speciale che possiamo intuire direttamente, o si ricava piuttosto dalle proprietà di un dominio astratto di cui i numeri in questione sono solo un possibile, – non necessariamente l’unico – esempio?”. Un consiglio su come leggere questo libro: non permettiamo che ci vengano limitati gli strumenti che possiamo utilizzare per leggere il mondo, non crediamo alla pigrizia mentale.

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