Attualità

Le saline di Cagliari e la strana fuga dell’Eni

di Ivano Tolettini -


In poco più di un anno, tra le primavere 2021 e 2022, a Cagliari si realizza la “fuga” dell’Eni dalla gestione della chimica di base e delle saline di Macchiareddu, nella laguna di Santa Gilla, magnifico esempio di integrazione tra ambiente e coltivazione del secondo impianto per l’estrazione del sale dalle acque del mare più grande d’Europa. A nulla valgono le ripetute interrogazioni dei consiglieri regionali che invocano trasparenza e chiedono al governatore Christian Solinas, l’altro ieri salvato dal voto di sfiducia, e all’assessore regionale all’Industria Anita Pili di intervenire per evitare che in Italia si crei un duopolio nel sale di salina. Il colosso di Stato degli idrocarburi a fine marzo 2021 svende l’impianto del cloro-soda al cavaliere Antonio Donato Todisco e al manager Domenico Greco, che in un solo anno – grazie anche all’aumento dei prezzi – lo riportano all’utile guadagnando parecchi milioni di euro, mentre i manager pubblici non cavavano un ragno dal buco distillando bilanci in rosso; quindi l’azienda del cane a sei zampe guidata da Claudio Descalzi, soprannominato Siddharta perché mangia come un asceta, vende la storica società sarda “Ing. Luigi Conti Vecchi”, che aveva rilevato nel 1984, alla siciliana Italkali, leader nella produzione di sale di salgemma. La quale nel 2015, quando imperava il carismatico avvocato Francesco Morgante (1925-1989), chiamato il “re del sale”, aveva approfittato della dimenticanza (oh, yes) della Regione Sicilia per acquistare a un prezzo di favore il 51% delle quote della società fino ad allora controllata dal pubblico. “Regali” che fanno storcere il naso, come osservò Mario Gerevini sul Corriere della Sera, commentando il grande affare del sale passato dal pubblico al privato. Un business che ha buona marginalità, ma che i manager pubblici non sapevano rendere profittevole.
AFFARI

Nel 2019, tra l’altro, la Regione Sardegna aveva rinnovato la concessione delle saline, che in teoria doveva scadere entro tre lustri non oltre il 2034, estendendola fino al 2046. Pertanto, quando Italkali rileva dopo una gara la società di Assemini, si trova nella bisaccia una concessione prolungata di 12 anni, “in contrasto – attaccano in Consiglio regionale – con quanto stabilito dalla giunta regionale con delibera 47/18 del 20 ottobre 2009, che prevedeva una durata massima di 15 anni, durata effettivamente nel medesimo periodo applicata a casi analoghi”. Come scrive nel maggio 2022 Mauro Pili sull’Unione Sarda “ad appena 365 giorni dall’avvento del cavaliere del Santo Sepolcro, Antonio Donato Todisco, negli impianti del cloro-soda di Macchiareddu, l’Eni mette a segno il colpo finale: vendita delle quote azionarie della società che gestiva quell’immensa distesa di sale alla periferia di Cagliari. L’operazione si consuma nel silenzio assoluto, con l’obiettivo di mettere tutti davanti al fatto compiuto, Regione per prima”. A nulla vale che il consigliere regionale Michele Cossa metta in guardia dal fatto che se è vero che la Sardegna ha una consolidata tradizione nella coltivazione del sale marino, perché in regione sono presenti oltre alla salina di Macchiareddu quelle di Sant’Antioco, Molentargius-Poetto e Carloforte, con una capacità produttiva che pongono la Sardegna come potenziale maggior produttore di sale marino in Italia e tra i primi d’Europa, altrettanto vero è che con l’acquisto di Contivecchi da parte di Italkali si creerebbe un duopolio con Atisale di Sant’Antioco. L’assessore Pili risponde pochi mesi fa scrivendo che la Regione non può mettere becco nel trasferimento di quote azionarie “perché il Servizio attività estrattive e recupero ambientale non ha avviato alcun procedimento, né adottato alcun atto preventivo o autorizzativo”, poiché l’autorità mineraria può intervenire solo se viene trasferita “la titolarità della concessione mineraria che in questo caso rimane in capo all’attuale concessionaria, Ing. Luigi Conti Vecchi spa”. Così nello spazio di dodici mesi è depennata la presenza dell’Eni nel sud della Sardegna, vendendo ai privati, che si leccano i baffi per la remuneratività dell’investimento, la chimica di base alla società di Todisco, alle prese con i guai giudiziari per l’inquinamento della Caffaro di Brescia, e le saline alla Italkali. Entrambe ringraziano.

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