CASA GREEN O NIENTE MUTUO
Green obbligatorio. Non sarà oggi, sarà domani. Chi vorrà acquistare casa dovrà scegliere, per forza, un’abitazione in linea con i dettami Ue. Altrimenti le banche non gli erogheranno alcun mutuo. Non lo ha detto un complottista. Ma lo ha affermato il banchiere Giampiero Maioli, amministratore delegato di Crédit Agricole in Italia. E non lo ha fatto dalla tribuna web di qualche canale semi-sommerso sul web ma dal palco prestigioso de L’Italia genera futuro, l’evento milanese organizzato da L’Economia del Corriere della Sera.
Le parole di Maioli sono nette. E, in fondo, ribadiscono come l’Unione europea affronta i problemi. “Sulle case green, sulle classi energetiche c’è un dibattito: in Italia le vogliamo e non le vogliamo, ma qui il problema diventerà finanziario: fra un po’ le banche smetteranno di fare mutui casa su classi energetiche più basse perché la garanzia del bene a cinque, dieci o quindici anni si svaluta e non è più immobilizzabile”. In pratica, gli istituti di credito non investiranno per finanziare l’acquisto di beni che potranno valere molto meno del loro prezzo d’acquisto. E che potranno subire vistosi cali di valore nel breve e nel medio periodo. Le parole di Maioli, dunque, confermano quello che temono tutti coloro che si oppongono alla scelta dell’Ue sull’immobiliare. Le case non a norma, almeno quelle che non rientreranno nelle classi energetiche previste dalla normativa e nel tempo imposto dai regolamenti, varranno talmente poco che le banche non le riterranno meritevoli nemmeno di un finanziamento piccino picciò.
La questione non è banale. Perché le cose, come al solito, sono collegate. Coi tassi altissimi, col denaro che costa molto più di ieri, prestare, erogare mutui, fare credito, diventa molto più costoso. Anche per le banche. Che centellineranno i finanziamenti, scegliendo se ed eventualmente come e a quali condizioni, erogare soldi a chi ne farà richiesta. La stretta nel credito potrebbe scatenare il caos in Europa. E le scelte dell’Unione europea, di certo, non sembrano scongiurare quel pericolo che si chiama Credit Crunch e che già tanti, troppi, osservatori hanno visto aleggiare sulle economie dell’eurozona.
Tra questi, c’è la Cna. Che, nelle scorse ore, a fronte dell’ennesimo timore di un rincaro del costo del denaro ha spiegato i rischi che corre il nostro Paese: “Per l’Italia ulteriori incrementi dei tassi potrebbero avere effetti molto negativi sulla ripresa finendo per penalizzare la finanza pubblica sul fronte del debito, i consumi delle famiglie, in particolare quelle che hanno acceso mutui immobiliari, e gli investimenti delle imprese. Non solo”. Per gli analisti della Confederazione nazionale dell’Artigianato: “Potrebbe essere messa addirittura a rischio la sopravvivenza di tanti piccoli. Per finanziarsi artigiani e piccole imprese italiani ricorrono soprattutto al credito bancario e quindi la crescita dei tassi in molti casi si ripercuote automaticamente sulla loro situazione finanziaria, già messa a dura prova dall’aumento dei prezzi di materie prime ed energia” .Anche Unimpresa ha lanciato l’allarme: “La direttiva europea sulle cosiddette case green è una bomba che sta per esplodere che corre il rischio di paralizzare il mercato immobiliare del nostro Paese. Senza correzioni, l’Italia avrà problemi grandissimi per quanto riguarda la concessione di mutui per l’acquisto di abitazioni e sorgeranno difficoltà consistenti per l’erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese concessi sulla base di garanzie immobiliari”.
Le parole di Maioli sono nette. E, in fondo, ribadiscono come l’Unione europea affronta i problemi. “Sulle case green, sulle classi energetiche c’è un dibattito: in Italia le vogliamo e non le vogliamo, ma qui il problema diventerà finanziario: fra un po’ le banche smetteranno di fare mutui casa su classi energetiche più basse perché la garanzia del bene a cinque, dieci o quindici anni si svaluta e non è più immobilizzabile”. In pratica, gli istituti di credito non investiranno per finanziare l’acquisto di beni che potranno valere molto meno del loro prezzo d’acquisto. E che potranno subire vistosi cali di valore nel breve e nel medio periodo. Le parole di Maioli, dunque, confermano quello che temono tutti coloro che si oppongono alla scelta dell’Ue sull’immobiliare. Le case non a norma, almeno quelle che non rientreranno nelle classi energetiche previste dalla normativa e nel tempo imposto dai regolamenti, varranno talmente poco che le banche non le riterranno meritevoli nemmeno di un finanziamento piccino picciò.
La questione non è banale. Perché le cose, come al solito, sono collegate. Coi tassi altissimi, col denaro che costa molto più di ieri, prestare, erogare mutui, fare credito, diventa molto più costoso. Anche per le banche. Che centellineranno i finanziamenti, scegliendo se ed eventualmente come e a quali condizioni, erogare soldi a chi ne farà richiesta. La stretta nel credito potrebbe scatenare il caos in Europa. E le scelte dell’Unione europea, di certo, non sembrano scongiurare quel pericolo che si chiama Credit Crunch e che già tanti, troppi, osservatori hanno visto aleggiare sulle economie dell’eurozona.
Tra questi, c’è la Cna. Che, nelle scorse ore, a fronte dell’ennesimo timore di un rincaro del costo del denaro ha spiegato i rischi che corre il nostro Paese: “Per l’Italia ulteriori incrementi dei tassi potrebbero avere effetti molto negativi sulla ripresa finendo per penalizzare la finanza pubblica sul fronte del debito, i consumi delle famiglie, in particolare quelle che hanno acceso mutui immobiliari, e gli investimenti delle imprese. Non solo”. Per gli analisti della Confederazione nazionale dell’Artigianato: “Potrebbe essere messa addirittura a rischio la sopravvivenza di tanti piccoli. Per finanziarsi artigiani e piccole imprese italiani ricorrono soprattutto al credito bancario e quindi la crescita dei tassi in molti casi si ripercuote automaticamente sulla loro situazione finanziaria, già messa a dura prova dall’aumento dei prezzi di materie prime ed energia” .Anche Unimpresa ha lanciato l’allarme: “La direttiva europea sulle cosiddette case green è una bomba che sta per esplodere che corre il rischio di paralizzare il mercato immobiliare del nostro Paese. Senza correzioni, l’Italia avrà problemi grandissimi per quanto riguarda la concessione di mutui per l’acquisto di abitazioni e sorgeranno difficoltà consistenti per l’erogazione di prestiti alle piccole e medie imprese concessi sulla base di garanzie immobiliari”.
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