Cultura & Spettacolo

Carolyn Smith: “Nella mia sfida per rinascere non ballo da sola”

di Nicola Santini -


Aiutare i pazienti oncologici attraverso il ballo. E’ la nuova sfida di Carolyn Smith, coreografa di fama internazionale, in Italia anche amatissima presidente di uno dei programmi di maggior successo di Rai1: Ballando con le stelle. Ospite dei microfoni di London One Radio, la radio italiana diretta da Phil Baglini più ascoltata non solo a Londra ma in tutto il Regno Unito, Carolyn di ha anche parlato delle insegnanti delle scuole SDF che si sono offerte con ruolo attivo nell’impegno sociale. Tra le idee più recenti, quella delle Ambasciatrici SDF impegnate su tematiche di carattere sociale; il Team SDF sta lavorando ad un prossimo progetto collaterale legato ad un concetto solidale. Si tratta di Dance for Oncology (D4O), associazione che ha lo scopo di aiutare i pazienti oncologici attraverso il ballo. Carolyn sta raccogliendo fondi per formare insegnanti ad hoc e trovare sedi dove i pazienti oncologici possano seguire tali incontri (dance4oncology.it). Tra le idee per le donne raccontate nel programma radiofonico, Carolyn ha parlato di un progetto ideato e lanciato quest’anno: una creazione fashion taglia unica per tutte le donne, senza distinzione. Carolyn ha, infatti, ideato una creazione davvero speciale per tutte le donne. Il nome della linea è “I am a woman first”, Si tratta della prima maglia a taglia unica per tutte le donne dal nome inequivocabile: “I Am a Woman First” (sono una Donna prima di tutto). “L’dea è nata per gioco, forse per sfida; non si tratta di una semplice maglia. E’ uno stile di vita, un nuovo modo di pensare te stessa e il tuo corpo. La vera rivoluzione è che I Am A Woman First è realizzata in un’unica taglia che va bene a tutte le donne. Spesso la moda mortifica le donne che non trovano la loro taglia. Da qui l’idea di I Am A Woman First, la prima linea di abbigliamento a taglia unica che valorizza la bellezza intrinseca di ogni donna a prescindere da età e aspetto fisico. Pensata da una donna per tutte le donne, per andare oltre le categorie e naturalmente giudizi sul corpo femminile.
“La bellezza femminile sfugge ad ogni classificazione” – sottolinea Carolyn Smith – “è un patrimonio interiore che fiorisce quando una donna inizia a sentirsi bene nella propria pelle. Ogni donna ha diritto di amarsi e valorizzarsi esattamente per come è. Questa maglia danzerà assieme al corpo, seguendone i movimenti e sottolineando femminilità e sensualità. Un elemento che fa la differenza consiste nell’unica taglia che può essere indossata da tutte le donne. Per questo ho voluto fosse scritto sull’etichetta interna del capo l’espressione la mia taglia/my size. Siamo, prima di tutto, donne; uniche ed unite”. Tra gli obiettivi più importanti, che verranno raggiunti anche oltreoceano c’è quindi Sensual Dance Fit:“Questo progetto è nato in origine per rispondere alle fatiche del mio percorso oncologico” – spiega Carolyn Smith – “Desideravo ritrovare me stessa, la mia femminilità, la coordinazione e la grazia che spettano ad ogni donna e, in particolare, ad una danzatrice. Dopo un lungo periodo di riflessione su quello che potevo fare dopo un forzato e inaspettato stop, ho deciso di ritornare nel mio studio e l’idea ha preso forma”. Era il 2015 quando ricevette la prima diagnosi di tumore al seno. Poi, nel dicembre del 2016, l’idea di creare qualcosa. “Lo sostengo da sempre: la danza si rivela un potentissimo guaritore. Iniziai a creare qualcosa solo per me, tenendo conto delle difficoltà e dei limiti cui ero sottoposta” racconta. Uno specchio ed una sedia. Niente altro. Le prime coreografie di quel progetto embrionale apparivano già fonte inesauribile di nuove idee. “Un progetto nato come risorsa personale” – sottolinea l’artista – “che pian piano prendeva forma dando risultati straordinari. Benefici immediatamente tangibili, non solo a livello fisico, ma anche a livello emotivo e psicologico”. Marilyn Monroe position, Vogue Passion, Flamenco Fire … un susseguirsi di eleganti passi diballo, movenze armoniche delle braccia e sguardo puntato diritto verso l’immagine riflessa nello specchio. Un percorso fuori dagli schemi, di crescita e motivazione vissuto giorno per giorno. Unica compagna la sedia, un sostegno inusuale e sicuro. Da qui l’idea di voler condividere i primi risultati e l’invito rivolto ad un primo gruppo di amiche padovane a provare le coreografie dagli effetti taumaturgici. Sono bastate poche lezioni per comprendere che l’impatto del neonato progetto avrebbe potuto essere più vasto di quello immaginato.

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