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“La vivisezione non è accettabile”: Così 8 italiani su 10 la bocciano

di Ivano Tolettini -


Gli italiani continuano a non avere dubbi sul fatto che la vivisezione come metodo di sperimentazione animale a fini scientifici per lo sviluppo dei farmaci non è accettabile. Mercoledì scorso l’istituto Eurispes, che si occupa anche di studi sociali, oltre che politici ed economici, ha pubblicato il 35° Rapporto Italia che conferma che quasi 8 italiani su 10, il 76,9%, è contrario a questa sperimentazione e che – come del resto L’identità negli ultimi due numeri del 14 e 21 maggio si è occupata – bisogna spingere sulla sperimentazione dei mini organi e dei chip multi organi. Come del resto abbiamo visto già avviene al centro ricerche della Fondazione Città della Speranza di Padova, dove la strada alternativa all’uso degli animali è sempre più praticata con risultati sempre più confortanti. Oltre tutto, come non mancano di sottolineare molti scienziati il modello sperimentale basato sugli animali oltre ad avere indubbi riflessi etici ha dei limiti intrinsechi perché sono una specie diversa rispetto agli uomini.
MODELLO ALTERNATIVO
Gli oppositori alla vivisezione sottolineano in questo momento storico della ricerca scientifica a fini farmacologici, che il settore alternativo è molto affascinante perché consiste nella ricostruzione in vitro di modelli di organo umano che consentono il superamento della specie diversa. In questa maniera i ricercatori lavorano direttamente su materiale che è umano e si vede subito con un altissima affidabilità qual è la risposta dei farmaci. Ecco che l’affermazione di questa nuova branca della ricerca con i cosiddetti organoidi consente la realizzazione di mini intestini che consentono di studiare ad esempio più da vicino i meccanismi di proliferazione di certe malattie oncologiche o rare, oltre che vedere immediatamente l’impatto farmacologico messo a punto
PERSONALIZZATA
Se dunque esistono già metodi sostitutivi approvati per la ricerca alternativa all’uso degli animali, perché come dicono gli scienziati a nessuno piace fare ricerca con le cavie non solo per questioni etiche, ma anche per gli elevati costi, una parte del mondo scientifico replica che non appena ci si trovi a studiare gli effetti di una sostanza tossica in ambienti più complicati come la ricerca medica c’è necessità di ricorrere ancora alla vivisezione. Ma è davvero così? C’è che afferma che i mini organi tumorali realizzati in laboratorio per una terapia individuale contro il cancro già oggi garantiscono risultati apprezzabili, tali da indurre in tanti laboratori alla sostituzione degli animali. Gli organoidi permettono una medicina personalizzata perché in considerazione della circostanza che tutti gli organi hanno le proprie cellule staminali, da ognuno si può approfondire e realizzare in laboratorio un modello complesso e variegato che assomiglia a un organo reale. SDi comprende bene che la nuova frontiera della ricerca personalizzata può avvenire solo con gli organoidi perché i medicinali per sconfiggere i tumori, che hanno abitualmente effetti collaterali tali da indebolire il paziente, attraverso l’organoide tumorale personalizzato coltivato in laboratorio può permettere di scoprire la terapia puntuale per il paziente.
ANALISI
Tornando al piano sociale, dunque, come certifica l’istituto Eurispes il 76,9% dei nostri connazionali è contrario alla vivisezione e auspica c he in tempi molto c eleri si approdi a un sistema veramente alternativo che sia anche più rispondente alle esigenze farmacologiche di affidabilità. Tra l’altro, emerge anche dal 35° Rapporto Italia che il 69% è contrario alla caccia, sebbene l’anno prima gli italiani che avversano le doppiette fossero il 76,1%, e il 73,9% continua a condannare l’uso delle pellicce. Non solo. Emerge anche dall’indagine che il 75,6% non ritiene più tollerabile l’uso degli animali nei circhi, condannato peraltro dall’81,7% dei 18-24enni, che ai rilevatori si dichiarano fermamente contrari, seguiti dal 79,8% dei 25-34enni, dal 76,4% dei 35-44enni, dal 74% dei 45-64enni e dal 73,5% degli ultra sessantaquattrenni. Insomma, la sensibilità in favore degli animali cresce sempre di più e si chiede una legislazione che sia sempre più rispondente a queste diffuse esigenze etiche.

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