Missili sulla città di Zelensky
Le forze armate russe hanno lanciato almeno 14 missili da crociera e quattro droni kamikaze su Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nella regione ucraina di Dnipropetrovsk. Secondo le notizie confermate dalle autorità locali e riportate dai media, sono già 11 le persone rimaste uccise.
“Altri missili terroristici, gli assassini russi continuano la loro guerra contro edifici residenziali, città e persone normali”, ha twittato Zelensky. “Purtroppo ci sono morti e feriti – ha aggiunto il presidente – Continuano le operazioni dei soccorritori a Kryvyi Rih”. Poi un avvertimento: “i terroristi russi non saranno mai perdonati e dovranno rispondere per ogni missile lanciato”.
Gli ucraini hanno denunciato raid delle truppe di Mosca anche in direzione della zona della capitale Kiev. L’amministrazione militare cittadina ha riferito su Telegram che “nell’attacco su Kiev il nemico ha utilizzato missili da crociera Kh-101/555, solitamente lanciati dai bombardieri strategici Tu-95Ms dall’area del Mar Caspio”, ma “tutti gli obiettivi nemici sono stati intercettati e distrutti dalle forze di difesa aerea nello spazio aereo intorno a Kiev”.
Non solo Kryvyi Rih e Kiev. Droni russi sono entrati in azione anche a Kharkiv.
“Ancora una volta l’invasione della Russia ha fatto vittime e ha provocato sofferenza per la popolazione dell’Ucraina”, ha dichiarato il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Denise Brown. “Il diritto umanitario internazionale è chiaro: i civili e le infrastrutture civili non sono un obiettivo”, ha ribadito Brown.
L’esercito di Putin ha annunciato di aver “catturato” dei carri di fabbricazione tedesca Leopard e blindati di produzione americana Bradley. “Carri Leopard e veicoli da combattimento Bradley. Ora sono i nostri trofei”, ha scritto il ministero della Difesa russo su Telegram, affiancando al post immagini video filmate con il cellulare in cui compare il bottino di guerra.
Un’unità militare ucraina ha perso la maggior parte dei suoi mezzi da combattimento di fabbricazione statunitense durante un tentativo di controffensiva a Zaporizhzhia. Su France presse si legge che “di nove veicoli attaccati all’unità di fanteria meccanizzata del gruppo, sei sono stati distrutti, tre danneggiati ma riparabili e uno è rimasto intatto”. Rispondendo alla domanda di un cronista dell’agenzia sui risultati dell’offensiva, uno dei soldati ucraini ha ammesso che non sono stati fatti “seri progressi”. Il bilancio delle perdite sarebbe pesante.
Una fonte dell’intelligence militare di Zelensky ha attribuito le difficoltà alle fortificazioni e alla guerra elettronica delle forze russe. Alcuni analisti hanno evidenziato anche l’incidenza delle pessime condizioni atmosferiche che penalizzerebbero chi attacca.
Le autorità russe hanno segnalato “un attacco di artiglieria” del nemico nell’oblast di Kursk, al confine tra i due Paesi. Il governatore della regione, Roman Starovoit, ha reso noto su Telegram che in particolare è stata presa di mira la città di Glushkovo, con danni a “circa dieci edifici residenziali”. Il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato la creazione di una zona cuscinetto all’interno dell’Ucraina se le incursioni in territorio russo dovessero proseguire.
A poche ore di distanza dalla richiesta del senatore repubblicano Marco Rubio di procedere ad una verifica del costo di tutte le armi inviate in Ucraina dalle scorte del Pentagono, per garantire “che i contribuenti statunitensi non paghino un conto ancora più elevato per sostituire la proprietà necessaria per proteggere gli Stati Uniti e i suoi interessi”, il Wall Street Journal ha sganciato una bomba: l’amministrazione Biden potrebbe fornire agli ucraini munizioni all’uranio impoverito.
La foto dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi con la scritta in cirillico “liquidato” è apparsa su Myrotvoretz, il sito vicino ai servizi ucraini che pubblica, a ritmo quasi quotidiano, liste di proscrizione con nomi, fotografie e dati dei “nemici di Kiev”.
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