Sudan, ucciso il governatore del Darfur occidentale. Accuse reciproche tra esercito regolare e paramilitari
L’esercito di Khartoum ha accusato le Forze di supporto rapido (Rsf) di aver “rapito e ucciso” il governatore del Darfur occidentale, Khamis Abakar.
L’omicidio di Abakar ha aggiunto un “nuovo capitolo” al “record di barbari crimini” delle Rsf contro l’intera popolazione sudanese, hanno dichiarato i militari su Facebook.
Le Rsf hanno negato qualsiasi coinvolgimento, condannando “con la massima fermezza l’uccisione del governatore del Darfur occidentale Khamis Abakar per mano di due fuorilegge”. Per gli uomini del generale Mohamed Hamdan Dagalo, meglio conosciuto con il nome di “Hemetti”, si tratterebbe di un “pericoloso sviluppo del conflitto tra le componenti tribali nel Darfur occidentale”.
“Prima dell’inizio della guerra, il 15 aprile, si legge sul loro account Twitter, i golpisti dell’intelligence militare hanno lavorato per attuare un piano che avrebbe portato allo scoppio della guerra civile in Darfur attraverso il reclutamento di elementi tribali, distribuendo armi e altre azioni sporche che erano stati abituati a compiere negli ultimi trent’anni”.
I paramilitari “hanno preso le distanze dall’interferire nel conflitto nel Darfur occidentale e hanno continuato a seguire gli sviluppi degli eventi e a mettere in guardia contro di essi”.
Il gruppo di Dagalo ha avvertito della “gravità della situazione” e rimarcato “la necessità di fermare i combattimenti tra le componenti tribali”. Gli scontri nel Darfur occidentale “sono stati gestiti dall’intelligence militare nello Stato”.
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