Cultura & Spettacolo

Univercity: i cittadini al fianco delle università per il futuro delle città

di Giancarlo Cartocci -


I cittadini e il mondo della ricerca, insieme per pensare al futuro. Un’intesa lanciata dall’Università di Sassari annunciando Univercity, il bando per idee e proposte di ricerca da candidare alla prima edizione italiana dei “Community Research Awards”.  I termini per presentare domanda scadono alle 12 del 14 febbraio.

I Community Research Awards, proposti per la prima volta nel 2008 all’Università di Plymouth, prevedono l’assegnazione di premi per piccoli progetti di ricerca proposti da cittadini e rappresentanti della società civile e dalle comunità locali in collaborazione con i ricercatori universitari.

Il progetto Univercity si inserisce nel programma Erasmus+ dell’Unione Europea, che si sviluppa in contemporanea in Bulgaria, Romania e Italia, dove è coordinato da Psiquadro, impresa sociale di comunicazione della scienza, con Università di Perugia e l’Università di Sassari.

I temi di ricerca guardano al futuro e alle nuove generazioni e puntano a rispondere a esigenze di città e comunità accessibili, equità sociale e pari opportunità, contrasto allo spopolamento e alla crisi demografica, educazione alla sostenibilità.

Potranno presentare una proposta privati cittadini, singolarmente o in gruppi, associazioni del territorio, comitati di quartiere e scuole. Saranno premiati al massimo 4 progetti di ricerca. Il valore di ogni premio è pari a 2mila euro.

L’obiettivo è di rafforzare il legame tra mondo accademico e comunità locali per sviluppare idee coi professionisti della ricerca scientifica, offrendo ai ricercatori l’opportunità di aprire canali di dialogo inediti coi cittadini. In questi anni i progetti di scienza partecipata hanno visto un incremento esponenziale: una piattaforma sostenuta dalla Comunità Europea ne raccoglie più di 160.

“Da molto tempo l’Università di Sassari è impegnata in numerosi progetti di citizen science e community based research con la consapevolezza che i saperi non accademici possono arricchire, indirizzare e dare concretezza alla ricerca, in un processo di co-produzione di conoscenza dove rimane essenziale il ruolo dell’Università per incanalare approcci metodologici e risposte su sentieri scientificamente sostenibili”, spiega Pier Andrea Serra, prorettore per la terza missione dell’ateneo di Sassari.


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