“Porti e trasporti, così l’Italia vince nel Mediterraneo”. Musolino, Medports: Ma da soli non possiamo farcela
“La politica di approvvigionamento enegetico del Paese, lo abbiamo visto dopo la crisi ucraina, è diventata un elemento fondamentale. L’Italia ha rischiato pesantemente, investendo molte delle nostre uova nell’unico paniere disponibile, nell’approvvigionamento dalla Russia. E’ stata questa l’occasione, anche drammatica, per comprendere che un’eccessiva fiducia nel dipendere da una sola fonte non serve al Paese, lo rende particolarmente fragile ed esposto. L’occasione anche per capire quanto sia strategica la logistica dei trasporti dell’energia che ci serve. La spina dorsale, quasi la precondizione della nostra industria manifatturiera che – va ricordato – è pur sempre la seconda in Europa”. Pino Musolino, presidente dell’Autorità dei Porti di Roma e dal febbraio scorso al vertice di MedPorts, che riunisce tutti i porti dell’area del Mediterraneo, è reduce dall’assemblea di Assocostieri ove questo tema è stato al centro di tutti gli interventi, la questione intorno alla quale è stata anche evidente la contrapposizione sui vettori energetici, la questione cui destinare impegno.
“Siamo al centro di una grande transizione energetica – aggiunge -, di un significativo cambio di processo e di modello di business per il quale l’Italia, povera di idrocarburi ma ricca di coste, di energia del vento e solare e della competenza necessaria, custodisce tutte le potenzialità per un robusto cambio di paradigma. E si aggiunga che possiamo utilizzare le nuove tecnologie per aprire sempre più interessanti percorsi di economia circolare, per far diventare il ciclo di fine vita di un prodotto l’inizio di vita di un altro prodotto. Si può produrre metanolo dalla plastica. Si possono produrre derivati che poi saranno e già in parte sono alcuni dei carburanti transizionali dello shipping del futuro attraverso il recupero dei rifiuti”.
“Percorsi – precisa Musolino – che possono essere un elemento di grande equalizzazione. Perché allora non saremo più i figli di un Dio minore, se sfruttiamo tutti gli asset che possediamo. Dalla logistica dell’energia, da una nuova pianificazione della politica energetica del Paese dipende moltissimo di quello che saranno le capacità per il suo sviluppo o, Dio non voglia, del suo contrario”.
E allora, serve una pianificazione unitaria? “Unitaria ma non solo – risponde Musolino -. Ne serve una europea, rispetto alle grandi sfide che ci vedono confrontarci con 1 miliardo e 300mila cinesi, con 1 miliardo e 400mila indiani e con un mercato come quello statunitense da 400 milioni di consumatori. L’Italia da sola con 60 milioni di abitanti al centro del Mediterraneo può fare molto, ma anche molto poco. Ha una spalla più forte, invece, se all’interno di una politica europea con 500 milioni di compratori-consumatori ad alto potere di spesa, nell’ambito di un mercato di libero scambio tra i più floridi del mondo”.
Il Mediterraneo, allora diventa una risorsa strategica: “Siamo al centro della porta Sud del continente – conclude Musolino, non proprio la porta di servizio dell’Europa. Siamo al centro di un Mediterraneo importantissimo con i nostri porti, ma anche quelli di Barcellona, del Pireo, di Marsiglia. Abbiamo la possibilità, direi l’obbligo, rispetto alla Storia, di metterci in campo per essere protagonisti, senza sciovinismo ma con la consapevolezza di essere un elemento di stabilità e sviluppo per l’Europa tutta, ma anche per l’Africa e il Medio Oriente ove ci sono Paesi che hanno
necessità e urgenza di creare ulteriore crescita economica”.
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