Sudan: si aggrava l’emergenza umanitaria
In Sudan le attività delle organizzazioni medico-umanitarie continuano ad essere fisicamente ostacolate da entrambe le parti in conflitto. Medici Senza Frontiere (Msf) ha denunciato ancora una volta le forti restrizioni amministrative e burocratiche che non consentono ai suoi operatori di fornire adeguata risposta medica e umanitaria alla popolazione.
“Le persone continuano a morire, mentre il sistema sanitario del Paese non riesce a far fronte agli enormi bisogni della popolazione”, ha affermato Jean Nicolas Armstrong Dangelser, coordinatore delle emergenze di Msf in terra sudanese. Esercito e paramilitari delle Forze di supporto rapido, senza il minimo scrupolo, stanno calpestando diritti, protocolli, accordi e regole.
“Continuando a perpetrare violenze sconvolgenti contro la popolazione e impedendo alle organizzazioni mediche di portare aiuti, entrambe le parti in conflitto in Sudan stanno dimostrando un totale disprezzo per le vite dei civili”, ha attaccato Dangelser.
In alcune zone le autorità hanno ripetutamente impedito la circolazione del personale medico-umanitario e delle forniture dall’estero e all’interno del Paese. Le richieste di permessi di viaggio presentate da Msf sono state ritardate, respinte, annullate o non rispettate, senza che venissero fornite motivazioni chiare.
A un team di Msf, tra cui personale medico d’emergenza, è stato impedito di spostarsi da Port Sudan verso altre aree con maggiori bisogni, condannando alla sofferenza migliaia di persone.
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