Parla Prigozhin: È stata una marcia per la giustizia. Il mio grazie a Lukashenko
E’ ricomparso. Il fondatore e leader del gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin ha appena pubblicato su Telegram un messaggio audio di 11 minuti, il primo da quando ha fermato la rivolta armata verso Mosca. Nell’audio, riferisce la Bbc, Prigozhin afferma che nessuno dei suoi uomini ha accettato di firmare un contratto con il ministero della Difesa. Dal primo luglio, ha aggiunto, il gruppo Wagner cesserà di esistere.
Ancora: è stata una ”marcia per la giustizia” quella verso Mosca organizzata dal leader del gruppo Wagner lo scorso 24 giugno e ”non un colpo di Stato per rovesciare la leadership russa”. E’ stata “una marcia per la giustizia, per protestare contro la decisione di eliminare Wagner dal primo luglio 2023, frutto di intrighi e decisioni sbagliate”, ha detto Prigozhin, sottolineando che la sua intenzione non era quella di condurre un colpo di Stato o di modificare la leadership russa eletta.
La spiegazione dello stop alle porte di Mosca: ha deciso di ”fare marcia indietro” e fermare l’avanzata dei suoi uomini a duecento chilometri da Mosca ”per evitare uno spargimento di sangue”. E ha espresso ”rammarico per aver colpito l’aviazione russa”. Sei elicotteri russi e un aereo sarebbero stati abbattuti dai suoi uomini due giorni fa.
Poi, un tentativo di affondo contro la gestione della sicurezza interna della Russia: la marcia dei miliziani del gruppo Wagner verso Mosca ”ha dimostrato che ci sono problemi seri di sicurezza su tutto il territorio della Russia”. Spiegando che “ci siamo fermati quando abbiamo sufficiente dimostrato quello che avevamo intenzione di fare”.
Prigozhin ha quindi accusato il ministero della Difesa russo di aver preso di mira le sue truppe con il fuoco dell’artiglieria, dicendo che quello è stato il “momento decisivo per noi di andarcene immediatamente”.
Di seguito, un pensiero per i suoi morti: sono una trentina i mercenari del gruppo Wagner che hanno perso la vita e altri quelli che sono rimasti feriti durante l’avanzata verso Mosca, colpiti dal fuoco di artiglieria delle forze armate russe. Decidendo di fermare l’avanzata verso Mosca dopo la perdita dei suoi uomini.
E un grazie ad un suo storico amico. Il presidente bielorusso Alexander ”Lukashenko ci ha teso la mano e si è offerto di aiutarci a trovare un modo per consentire a Wagner di continuare il suo lavoro legalmente”.
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