L’inchiesta è originata da una intercettazione disposta per un’altra indagine e che ha fatto emergere il ruolo di Di Ferro come pusher dei vip palermitani, con l’apporto di altri, tra i quali Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati per spaccio in un processo sul traffico di droga della mafia palermitana e considerati affiliati ai clan di Resuttana e Porta Nuova.
Di Ferro è ai domiciliari, i Salamone in carcere, tre dipendenti di Di Ferro sono sottoposti all’obbligo di firma.