Macachi vivisezionati a Bologna. La Lav “denuncia” l’Università
Ha ancora senso vivisezionare gli animali in laboratorio per scoprire farmaci per curare l’uomo? O la tecnica ha fatto così tanti passi in avanti che consente oggi agli scienziati di ricostruire in vitro i cosiddetti organoidi, cioè piccoli modelli di organi umani, che consentono di superare la barriera di specie? La maggior parte dei ricercatori non ha dubbi, tanto che si fa sempre più strada una dimensione etica che fa dire che “la vera scienza non usa gli animali”. Anche perché non è un caso che ogni anno un numero rilevante di farmaci appena immesso nel mercato viene ritirato per gli effetti collaterali. Dunque non stupisce l’ennesima polemica scoppiata in questi giorni a Bologna, dopo che alcuni animali, i macachi, sono stati acquistati per la sperimentazione al dipartimento di fisiologia dell’Università Alma Mater.
È quanto denuncia la Lav (Lega anti vivisezione), meritoria associazione ambientalista italiana da quasi mezzo secolo impegnata con decine di migliaia di sostenitori in ogni angolo del Paese, nella salvaguardia della vita e dei diritti degli animali. “Nonostante la ricerca progredisca giorno dopo giorno verso una scienza human-based innovativa – si osserva nel comunicato dell’associazione presieduta da Gianluca Felicetti e diffuso pochi giorni fa – l’ateneo bolognese ha deciso di investire fondi e ricercatori per causare inutili e lunghe sofferenze su macachi di Giava, specie per altro inserita nella lista di animali a rischio di estinzione nel 2022 e la cui principale minaccia è proprio la cattura e vendita a laboratori biomedici per la sperimentazione, nonostante il decreto vieti categoricamente l’utilizzo di primati non umani salvo casi eccezionali”. Se è vero che molti scienziati continuano a sostenere che senza la sperimentazione animale per alcuni tipi di perniciose patologie non ci sono alternative per individuare determinati farmaci, è altrettanto vero che tantissimi altri ricercatori e grandi divulgatori scientifici, pensiamo ad esempio a Jeremy Rifkin, continuano a ripetere che quelle inflitte agli animali sono inutili sofferenze.
L’ESEMPIO GENOVA
Basti pensare che in Italia c’è il Larf, cioè il Laboratorio di analisi e ricerca di fisiopatologia della sezione di patologia generale del Dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Genova, i cui bravi scienziati hanno raggiunto grandi competenze sperimentali nella convinzione che “i metodi alternativi all’uso degli animali in laboratorio possano essere assolutamente utili per il progresso della scienza a favore della salute umana”. Del resto, come la Lav informa a proposito del caso di Bologna, “attraverso i verbali di ispezione dell’Asl abbiamo scoperto che quattro macachi sono arrivati nello stabulario del dipartimento di fisiologia, a distanza di circa un anno gli uni dagli altri: due nel 2022 e due nel 2023”. Questi documenti, definiti “importantissimi dai volontari della Lav, “sono il frutto di pressioni costanti e richieste di chiarimenti da parte dei cittadini, di alcuni rappresentanti della politica locale e di noi della Lav”. Ecco che la documentazione all’attenzione degli organi ispettivi “ci ha permesso di scoprire che i macachi vengono utilizzati per lo studio dei segnali neuronali emessi da determinate regioni del cervello e sottoposti a sessioni sperimentali molto invasive con apparecchi ferma testa e impianti cranici”.
GRANDI SOFFERENZE
Ricordiamo ai lettori che per tanti anni una parte della classe politica, tante aziende e molti scienziati hanno sostenuto che gli esperimenti animali per capire il rischio delle sostanze chimiche per l’uomo erano decisive, dunque a loro dire quasi insostituibili. In realtà sappiamo che oggi non è più così grazie ad esempio gli organoidi e la stampa biologica 3D. “Questo tipo di ricerche sono collegate – conclude la Lav – a sofferenze elevatissime (soprattutto per i macachi che hanno capacità cognitive sviluppate). Oltre allo stress per il confinamento in luoghi asettici con sbarre e spazi limitati, si aggiungono addestramento per compiere certe azioni, limitazioni nei movimenti e tanto altro”.
Torna alle notizie in home