Politica

Avviso Lega sull’Autonomia: “Bloccare adesso la riforma”

di Ivano Tolettini -

ROBERTO CALDEROLI MINISTRO AFFARI REGIONALI


Nulla avviene mai per caso. In politica il mondo è una rappresentazione in cui la volontà ha un peso centrale. Non stupisce che le fibrillazioni nella maggioranza aumentino d’intensità, sebbene il sismografo non segnali ancora preoccupazione. Da giorni, però, la Lega dal tema giustizia a quello dell’economia sul Pnrr, passando per il piatto forte identitario dell’autonomia differenziata avvisa gli alleati, soprattutto Fratelli d’Italia, che così non va. Bisogna essere più coerenti e tenere fede al programma di governo.

La Lega richiama Fratelli d’Italia sull’Autonomia differenziata

Non a caso la premier Giorgia Meloni dietro un’apparente imperturbabilità manifesta irritazione con i suoi uomini più fidati (La Russa su tutti), anche per l’andamento dei sondaggi che per la prima volta da tanti mesi vedono il suo partito in regresso a favore del Carroccio. Il travaso dei consensi avviene sempre nell’ambito della coalizione di centrodestra. A mostrare titubanza è l’elettorato moderato che torna a guardare alla Lega: stavolta il travaso delle intenzioni di voto è a danno di FdI. Così l’altolà del vicesegretario leghista Andrea Crippa (nella foto col ministro Calderoli) agli alleati meloniani sull’autonomia differenziata non è certo casuale. Parla per conto di Salvini, la cui leadership dallo scorso settembre si è molto rafforzata con un teorico 10% bene augurante per i lumbard dopo il baratro autunnale.

Regionalismo e lealtà

Nel giorno in cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, ribadisce da Napoli il suo no alla riforma dell’autonomia “di Calderoli e del governo di Giorgia Meloni perché vuole spaccare ulteriormente il nostro Paese che invece ha bisogno di essere ricucito, perciò no a una riforma che vuole aumentare le disuguaglianze perché si tratta dell’accesso alla sanità, alla scuola, al trasporto pubblico locale, in una parola, si vuole demolire diritti fondamentali delle italiane e degli italian”, Crippa a nome del leghismo lombardo-veneto da giorni ribadisce che “la riforma dell’autonomia è un impegno di tutto il centrodestra. Fa parte del programma elettorale di governo”. Se dall’opposizione è un deciso fuoco di fila, dal Pd al M5S, contro il disegno di legge che si trova in Senato perché “è ingiusto e aggrava i divari”, il vicesegretario Crippa senza se e senza ma attacca che “va attuato anche perché darebbe più opportunità al Centro Sud. Tutti gli alleati devono impegnarsi a varare la riforma il prima possibile. Se fosse bloccata si aprirebbe un serio problema nella coalizione per una questione di serietà e lealtà. Non si può fare l’elezione diretta del premier e dimenticare l’autonomia”.

L’Autonomia di Calderoli

Il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ripete sornione che “la legge si può migliorare, però non accetto diktat ideologici e gli emendamenti serviranno a mettere a punto una riforma che tenga conto di tutte le aspettative, ma il tracciato è segnato in modo irreversibile”. Non lo spaventano quei 23 emendamenti (sui 557 totali di cui più di 500 dell’opposizione) presentati dai senatori della maggioranza, a cominciare dal presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni di FdI, alcuni dei quali in sintonia con il Pd. Lo scoglio è l’individuazione dei Lep: se da parte del governo con i dpcm, come è ipotizzato dal disegno di legge, oppure dal Parlamento, come anche è orientato FdI, per evitare eccezioni di legittimità costituzionale. “L’importante è che la riforma si faccia – incalza il vicesegretario Crippa – non accettiamo tattiche dilatorie”. La premier Meloni è avvisata.


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