Renzi e la “vittoria” sui Pm. E ora apre a Forza Italia
ANTONIO TAJANI MINISTRO ESTERI, MATTEO RENZI ITALIA VIVA
Matteo Renzi non cade, anzi, vince. È una vittoria roboante, quella ottenuta dall’ex premier nella diatriba contro i magistrati. L’ultimo grado di giudizio nelle sentenze di magistratura ordinaria dà dunque ragione a Renzi: la Corte Costituzionale ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Senato nei confronti della Procura di Firenze, nella parte in cui era diretto a contestare la legittimità dell’acquisizione di corrispondenza del senatore. Con sentenza numero 170 del 2023, redatta dal giudice Franco Modugno, la Consulta ha dichiarato che “la Procura non poteva acquisire, senza preventiva autorizzazione dell’aula di appartenenza (e cioè il Senato), messaggi di posta elettronica e whatsapp del parlamentare, o a lui diretti”, quindi i messaggi di posta elettronica e whatsapp del leader di Italia Viva.
Una decisione presa per sciogliere il conflitto di attribuzione tra il Senato della Repubblica e la Procura di Firenze sulla vicenda di Open che vedeva coinvolto l’ex premier Renzi che, tramite i suoi social, esulta e annuncia la notizia ai propri follower: “Avevo fortemente voluto che la vicenda finisse in Corte, non per il processo ma per un punto di principio e di diritto. Io sostenevo che il comportamento dei Pm di Firenze violasse la Legge (e la Cassazione ci ha dato ragione cinque volte) e che violasse anche la nostra Costituzione”. Un sassolino tolto, a cui ne segue un altro, anzi, a cui segue una stoccata: “Verrà il giorno in cui la classe dirigente del Paese rifletterà serenamente su questa indagine assurda, nata contro di me, contro le persone che mi stanno vicine e soprattutto contro i fatti. Verrà quel giorno ma non è questo. Oggi è solo il giorno del trionfo del diritto. Le indagini dei Pm Turco e Nastasi sono state bocciate per cinque volte dalla Corte di Cassazione e adesso anche dalla Corte Costituzionale. Dalla parte della legalità ci stiamo noi, non questi due Pm” e infine un grazie ai colleghi e ai suoi sostenitori nel corso di questi anni: “Grazie ai senatori che hanno votato in Aula per sollevare il conflitto sfidando l’opinione pubblica in nome del diritto. E un abbraccio sincero a chi in questi anni mi ha dimostrato il suo affetto e la sua vicinanza: vi voglio bene”. Una vittoria sui pm – e sulle attribuzioni – che non è solo dell’ex premier, ma diventa la “guida” per tutti i casi della politica che sono – o potrebbero essere in futuro – all’attenzione della giustizia. Salta di certo all’occhio il caso della ministra Santanché e della sua corrispondenza, al vaglio degli inquirenti. La procura senza preventiva autorizzazione dell’Aula, viola la legge: occhio al precedente.
Matteo Renzi apre a Forza Italia
Una vittoria che libera di una zavorra e che rilancia Renzi – di certo con minori pressioni – a pieno regime nel gioco della politica, anche e soprattutto in vista delle prossime elezioni Europee del 2024. Manca meno di un anno al voto e dopo il progetto nato non bene e finito ancor peggio del Terzo Polo, l’idea del rafforzamento per Italia Viva si fa sempre più forte. Lo dicono anche i sondaggi. È vero che nel derby interno al Terzo Polo Azione rimane avanti (al 3,4%), ma è anche vero che Italia Viva recupera un margine importante su Azione, mentre il partito di Calenda cala nei consensi.
Venendo ai numeri, Azione cala di uno 0,5% in un mese, mentre il partito di Renzi cresce di 0,3%, avvicinandosi al nuovo rivale con un 2,8%. Eppure, l’obiettivo dell’ex sindaco di Firenze potrebbe guardare più in alto, rispetto a un semplice sorpasso interno su Carlo Calenda. Perché Renzi, dopo la difesa di Berlusconi “dalle folli accuse dei Pm” sembra volersi insinuare verso il centro destra e verso Forza Italia che, dopo l’effetto della morte del Cavaliere, si sta smorzando pian piano, visto che gli azzurri, sotto la guida di Antonio Tajani, perdono ai sondaggi lo 0,3% e scendono al 7,4%. L’eredità politica lasciata da Silvio Berlusconi ha lasciato una sorta di buco al centro, che è stato occupato da Tajani ma che Renzi guarda sicuramente con interesse. Non è una novità che il politico fiorentino sia interessato a riposizionarsi verso un centro e verso una posizione più governista, ma è anche vero che l’apertura verso Forza Italia e verso il nuovo segretario non ha strada facile.
A distogliere attenzione e congetture da ciò era stato lo stesso Tajani che nei giorni scorsi aveva tolto dal tavolo la possibilità di unire le forze. “Renzi e Calenda non hanno mai chiesto di aderire a Forza Italia. Non credo che ci sia possibilità di utilizzare Forza Italia, sono parte di un’altra famiglia europea, sono parte di Giunte di sinistra in tutta Italia; quindi, non credo che possano essere parte di un futuro di Forza Italia”. In ogni caso, l’ambizione di Renzi è sempre stata un moto funzionale e nulla potrebbe escludere un suo spostamento, soprattutto se sul tavolo c’è la possibilità di un proprio rafforzamento.
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