Economia

Pil, l’allarme Codacons: “I prezzi salgono e l’Italia fa retromarcia”

di Cristiana Flaminio -


Codacons, Pil e inflazione. “Anche se da più parti si esulta per il rallentamento dell’inflazione, il combinato disposto dei dati del Pil e dell’inflazione rappresenta in realtà una mazzata indiscutibile per l’Italia, e un campanello d’allarme per il governo Meloni”. L’analisi dei consumatori è impietosa, secondo il Codacons, che in una nota ha commentato i dati su pil e inflazione: “Nessuno, infatti, si aspettava una doccia tanto fredda: crescita italiana sotto zero e pil in rosso, industria ed export al palo, inflazione che rimane altissima (e che per le famiglie più povere peggiora ulteriormente) rispetto ai partner europei, carrello della spesa ancora impazzito (+10,4%, ma in alcune città ancora più alto) senza dimenticare i prezzi della benzina, alle stelle proprio mentre gli italiani vanno in vacanza. La verità è che nel secondo trimestre dell’anno la nostra economia ha innestato la marcia indietro: per questo è ora indispensabile approvare provvedimenti per invertire la rotta, ed evitare che questa preoccupante tendenza venga confermata anche nel terzo trimestre”.

Ma non è tutto. Codacons ha spiegato inoltre: “Il rischio infatti è quello di una recessione: non solo tecnica, ma reale. In particolare, servono misure urgenti per calmierare i listini al dettaglio: il Governo deve inserire l’emergenza prezzi come priorità della sua agenda, contrastando le speculazioni che incidono sui prezzi e affossano i consumi a danno dell’intera economia nazionale”. Pertanto secondo i consumatori: “In questo senso non possono bastare le misure, pur utili, introdotte in materia di trasparenza dei prezzi della benzina (la trasparenza è importante ma i cartelloni non bastano da soli a far scendere listini) e di listini al dettaglio con il trimestre antinflazione da ottobre a dicembre (che sull’immediato non cambia nulla, prendendo il via tra alcuni mesi, e avrà effetti limitati al solo trimestre di attività, senza contare che l’efficacia della misura dipende dalle adesioni da parte di produttori e grande distribuzione). Servono altri, più incisivi e massicci interventi: il Governo, in caso contrario, rischia di pagare la sua inazione in termini di consenso”.


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