Ferragosto a ostacoli, tra vacanze e carovita
Sedici milioni di italiani hanno scelto agosto per le vacanze, nonostante il carovita. Sette cittadini su dieci resteranno in Italia. La spesa complessiva del turismo agostano sarà pari a 14 miliardi di euro. Ma Confcommercio non esulta, almeno non del tutto e il presidente dell’organizzazione, Filippo Sangalli, avverte: “Condizioni meteo avverse e l’aumento del costo della vita potrebbero penalizzare la stagione turistica. É un rischio da evitare. Il turismo è un settore in forte crescita che va sostenuto. Serve in particolare più fiducia per rilanciare i consumi attraverso un piano credibile di semplificazione e alleggerimento fiscale”.
Innanzitutto i numeri, elaborati dall’Osservatorio del Turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg e dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat. Agosto sarà uno dei mesi caldi per le partenze e cruciali per il turismo. Si sono messi in viaggio almeno 16,4 milioni di italiani con un budget complessivo che, come detto, tocca i 14 mld di euro. Si tratta di una quota importante dell’intero giro d’affari dell’estate che è stato stimato in 41 miliardi complessivi a fronte di 28 milioni di italiani in vacanza tra giugno e settembre. La scelta degli italiani rimane l’Italia. Almeno il 70% dei vacanzieri resterà dentro i confini nazionali per le ferie. Molti cittadini, inoltre, hanno prenotato con larghissimo anticipo e questa dinamica ha comportato l’aumento dei prezzi richiesti dalle strutture. In cima alle preferenze degli italiani, stando a Swg-Confcommercio ci saranno Liguria, Trentino Alto Adige e Calabria. Subito dopo, le preferenze dei turisti “domestici” e stranieri si concentrano sulla Campania, sulla Puglia e sull’Emilia Romagna che, “reagendo con determinazione e prontezza alle conseguenze dell’alluvione, torna ai primi posti”. Evergreen che non perdono mai il loro fascino: Sardegna, Sicilia e Toscana, che richiamano migliaia e migliaia di vacanzieri. Poi c’è il Lazio e quindi l’Abruzzo, quest’ultimo, spiegano gli analisti di Confcommercio “probabilmente promosso anche dalla partenza del Giro d’Italia”. Sono state registrare, inoltre, buone performance anche per il Veneto e le Marche. Chi va all’estero, invece, preferisce restare in Europa. Le mete più gettonate si trovano tra Francia, Spagna, Grecia e Austria. Pare fin troppo evidente la “retrocessione” della Croazia, che pure è stata tra i luoghi più ambiti e frequentati dagli italiani almeno fino a quando Zagabria non è entrata nell’area euro perdendo parte del vantaggio legato al cambio favorevole.
Se funziona la destagionalizzazione del turismo, con dati confortanti che parlano del 15% di presenze in più nel periodo che va da gennaio a maggio, non si può dire lo stesso per i mesi estivi. Confcommercio, infatti, denuncia un rallentamento dei flussi turistici in Italia. Dovuto, secondo gli analisti dell’Ufficio studi dell’organizzazione, a tre cause concorrenti. La prima riguarda la stagione che è partita tardi a causa del meteo sfavorevole tra maggio e giugno; la seconda investe da vicino i problemi logistici, in particolare quelli registratisi nel trasporto aereo; la terza, e ultima, riguarda il caro vita: tutto costa troppo e si taglia sul turismo, sul tempo libero e, quindi, anche sulle vacanze. Una circostanza, quest’ultima, che è suffragata anche da un’altra indagine, quella di Emg Different per Facile.it, secondo cui resteranno a casa (almeno) 5 milioni di italiani. Poco più della metà di questi, precisamente il 59,5%, ha ammesso che non si potrà concedere le ferie a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi. La percentuale si alza sfiorando il 70% se si prende in considerazione la fascia d’età tra i 45-54 anni. Insomma, il carovita limita le vacanze se non le annulla del tutto.
Tra gli aumenti più plastici focalizzati dalla ricerca di Swg-Confcommercio c’è il rincaro dei trasporti. In media, i biglietti per treni ma soprattutto per gli aerei, costano il 30% in più. Ma gli italiani lo hanno messo in conto. E c’è una parte importante dei vacanzieri che sarebbe disposto, pur di partire, a sobbarcarsi costi anche più alti. Non sta andando meglio neanche a chi sceglie di muoversi con mezzi propri. Il costo dei carburanti, infatti, è in salita e, almeno finora, l’esposizione dei cartelli con i prezzi medi praticati non sta sortendo, almeno in alcune aree del Paese, effetti. In linea di principio, il 40% dei cittadini in ferie spera di spendere lo stesso budget del 2022. Un terzo di loro, invece, si troverà a dover pagare più di quanto preventivato.
Intanto ieri si è tenuto l’incontro tra il ministro Urso e i rappresentanti degli Ncc sul riordino delle attività. Urso ha annunciato la riforma che non fa battere il cuore ai professionisti del noleggio con conducente: “Di fatto il ministro ha annunciato – spiegano le organizzazioni dopo l’incontro – che per gli Ncc vi saranno esclusivamente degli incentivi per l’acquisto di auto ibride ed elettriche nel decreto atteso per il 7 agosto. Pur apprezzando l’atteggiamento propositivo del ministro e l’apertura ad una attività emendativa, di fatto dobbiamo constatare che dopo il decreto di agosto i taxi potranno raddoppiare la loro offerta mentre l’Ncc continuerà ad essere ingessato, sotto organico”. La settimana prossima, però, il dl Riordino andrà in consiglio dei ministri con ambizioni importanti: “Si apre un percorso di riforma legislativa per un settore strategico per il Paese, che dovrà portare a maggior efficienza e trasparenza anche a fronte della significativa crescita dell’afflusso di turisti stranieri e delle grandi sfide che ci attendono nei prossimi anni, dal Giubileo del 2025 alle Olimpiadi di Milano-Cortina, che porteranno nelle nostre città decine di milioni di pellegrini e visitatori. Un percorso che consentirà allItalia di aspirare a diventare il principale polo di attrazione turistica in Europa”.
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