Politica

Vescovi: “L’autonomia è quella voluta dalla sinistra ora il governo deve attuarla col presidenzialismo”

di Ivano Tolettini -


“L’autonomia differenziata è prevista nei fatti dalla riforma del titolo V avvenuta nell’ottobre 2001 con voto referendario voluto dal centrosinistra che passò col 64% dei suffragi. Dunque è solo questione di volontà politica, perché si tratta di applicare la Carta degli italiani. Il centrodestra deve attuare il programma per il quale è stato votato dalla maggioranza degli italiani. Ma è più importante ancora la riforma della Costituzione”.

L’imprenditore 53enne Manuel Vescovi, fino allo scorso autunno senatore della Lega, che dopo trent’anni di fedele appartenenza – una volta conclusa l’esperienza parlamentare con il Carroccio -, ha lasciato per iscriversi a Fratelli d’Italia, ha sempre avuto le idee chiare sulle riforme necessarie al nostro Paese. Del resto adesso anche come formatore aiuta gli altri a raggiungere il loro successo in politica. “La politica per me è prima di tutto una grande passione – racconta -, che ho studiato a lungo e applicato professionalmente, e grazie all’esperienza maturata la metto a disposizione degli altri”.
Vescovi, laureato in giurisprudenza a Bologna, ha conosciuto il pubblico come poliziotto, visto che ha indossato la divisa per otto anni, poi è stato dipendente privato ed ha aperto la partita Iva. “Conosco tutti e tre i settori a ragione veduta”, osserva prima di immergersi nell’analisi del tema caldo autonomista.

Allora, Vescovi, è davvero la volta buona?
Va fatta perché è prevista dalla Costituzione, voluta dal centrosinistra dell’epoca, votata dagli italiani a larga maggioranza, per questo si deve fare.
Ma è la soluzione dei problemi del Paese?
Non lo so per le problematiche tecniche connesse.
Per l’opposizione il regionalismo differenziato è lo spacca Italia
Ma l’hanno voluta loro nel 2001. La levata di scudi attuale dell’opposizione è solo una questione ideologica. Del resto basta essere chiari con il popolo, non capisco perché la maggioranza non lo sia.
Cioè?
Basta dire agli italiani che la riforma è stata voluta dagli italiani su input della sinistra. Il problema è che abbiamo la memoria politica corta. Va dunque applicata.
Che cosa manca, allora?
Va fatto il regolamento attuativo, che poi è una legge ordinaria ed è quello che si sta facendo.
Torniamo alla questione se è la soluzione dei problemi italiani.
Boh, ho dei dubbi perché dobbiamo capire che se facciamo le cose semplici funzionano, altrimenti ci areniamo. Sembra che ci piace fare cose complesse. Questo in generale. Per me bisognerebbe fare un altro percorso.
Quale?
Un’assemblea costituente, perché questo parlamento non è che non sia in grado, perché i numeri ce li ha, ma nascono già i ricattini. Invece bisognerebbe mettere mano alla Carta costituzionale che dev’essere di tutti per rimodularla secondo le necessità moderne. E va fatta in maniera condivisa.
Lei è favorevole al presidenzialismo perché fa contare di più il popolo.
Certo, molti che oggi non votano tornerebbero a farlo. Su questo ha ragione la premier Meloni. Abbiamo avuto finora 68 governi in 77 anni di Repubblica. Meloni ha una maggioranza forte, ma per l’insipienza della sinistra che non ha fatto cartello elettorale, altrimenti molti collegi il centrodestra non li avrebbe vinti e la maggioranza sarebbe più risicata. I premier restano sempre alla mercé dei partiti che se non ottengono quello che vogliono lo fanno cadere.
Una potenza industriale, lei dice, deve avere una forma governo diversa.
Assolutamente, chi vince per cinque anni deve attuare il governo. Intendiamoci, nel 1948 hanno fatto bene a costruire questa architrave costituzionale, oggi i tempi sono cambiati e dove c’è il presidenzialismo le cose vanno meglio. Allora era un Paese diverso, soprattutto agricolo. I padri costituenti ci hanno regalato un’opera d’arte, la definisco così, oggi i tempi sono cambiati.
Oggi serve governabilità.
Appunto.
Quando Zaia dice che entro il 2024 bisogna fare l’autonomia altrimenti sarebbe una sconfitta per la maggioranza…
Lo dice per i voti delle europee o perché effettivamente vuole la riforma confezionata? Se è per una questione di voti o di stabilità del governo fa del male al Paese, se lo dice perché ci crede che funziona è un’altra cosa. Funziona o no? Lo fa per motivi elettorali o per altro? La questione fondamentale è la Costituzione. C’è una metastasi dovuta all’astensionismo e dobbiamo recuperare il popolo alla democrazia. È la sfida.


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