Economia

Istat, il fatturato dell’industria ai massimi dal 2000

di Alessio Gallicola -


Ancora in crescita il fatturato dell’industria, che sembra ancora risentire degli effetti positivi della congiuntura economica di fine 2021, quando la ripresa appariva ancora potenzialmente presente e non registravano ancora i nefasti effetti della guerra in Ucraina.

Le ultime rilevazioni Istat accreditano, al netto dei fattori stagionali, un aumento del 2,8% in termini congiunturali, con un andamento positivo su entrambi i mercati (+2,5% quello interno e +3,6% quello estero). Nell’ultimo trimestre rilevato, quello che si è concluso a febbraio, l’indice complessivo è cresciuto del 3,2% rispetto al trimestre precedente (+2,4% sul mercato interno e +4,5% su quello estero).

Nello specifico, facendo riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, gli indici destagionalizzati del fatturato fanno registrare un aumento congiunturale per tutti i principali settori: in testa ancora l’energia (+4,8%), seguita dai beni di consumo (+3,9%), dai beni intermedi (+3,3%) e infine dai beni strumentali (+0,8%). I giorni lavorativi sono stati 20, un dato perfettamente sovrapponibile a quello di febbraio 2021.

Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si segnalano incrementi tendenziali molto rilevanti, anche in questo caso con un primato prodotto dall’energia (+47,7%) e dai beni intermedi (+31,6%), mentre per i beni di consumo (+15,3%) e i beni strumentali (+7,1%) il segno è sempre positivo ma con meno enfasi rispetto ai comparti precedenti.

Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 20,9%, con incrementi del 21,4% sul mercato interno e del 20,2% su quello estero. Il comparto manifatturiero fa registrare aumenti tendenziali che si riferiscono in maniera orizzontale a tutti i settori di attività economica, ad eccezione del comparto dei mezzi di trasporto.

Questa la situazione a febbraio, non è difficile attendere dati in controtendenza per il prossimo trimestre, che fatalmente dovrebbe risentire degli effetti del conflitto e della crisi energetica.

 


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