Musk attacca ancora Zuckerberg: “Manipola l’opinione pubblica”
“Manipola l’opinione pubblica” – Elon Musk torna a colpire Zuckerberg: tra ipotetiche sfide sul ring e la corsa costante al primato di personaggio più facoltoso nel mondo del tech, ecco che il neopapà di “X” attacca apertamente la credibilità dell’avversario. Secondo Musk, Facebook manipolerebbe l’opinione pubblica australiana. Da oltre un anno, infatti, la company di Zuckerberg è impegnata in un braccio di ferro con le autorità australiane: i regolatori hanno chiesto alla piattaforma di remunerare i media per i contenuti editoriali rilanciati dal social media, il quale ha rimbalzato la richiesta. Sky News Australia ha denunciato in un’ampia inchiesta, il modo in cui Facebook (di proprietà di Meta) avrebbe finanziato un’operazione di fact-checking che ha presumibilmente censurato contenuti politici in vista di un importante referendum nazionale.
Il referendum “The Voice” – che verrà calendarizzato entro la fine del 2023 – chiederà ai cittadini australiani se approvare un emendamento alla Costituzione al fine di creare un nuovo organismo pubblico, la “Voce aborigena e degli abitanti delle isole dello Stretto di Torres”. “The Voice” agirebbe come organo consultivo indipendente a tutela degli interessi di queste comunità, facilitando il riconoscimento delle popolazioni aborigene come “Primo popoli” del Paese. Secondo il rapporto, il Royal Melbourne Institute of Technology avrebbe ripetutamente effettuato controlli sui post che esprimevano opinioni contrarie alla creazione di la “Voice to Parliament”. “Ha usato i poteri concessi al RMIT Fact Lab per censurare un’opinione su un dibattito politico con cui non era d’accordo”, ha affermato Sky News nell’inchiesta.
Tensioni a parte, non è la prima volta che i fact-checker “indipendenti” di Facebook censurano le opinioni dissenzienti. Il social, in passato, ha bloccato The Post dopo che questo aveva pubblicato un editoriale nel febbraio 2020 nel quale sosteneva che il coronavirus avrebbe potuto aver origine da una perdita di laboratorio cinese ( in contrasto con la teoria ampiamente propagandata secondo cui il virus scaturì da un mercato umido a Wuhan). Non è, del resto, neanche la prima volta che Musk lancia dardi alla serietà dell’impero Zuckerberg: a maggio, il magnate del tech ha “suggerito” che WhatsApp (sempre di proprietà Meta) non è affidabile nella protezione degli utenti, proprio mentre sponsorizzava un futuro piano di Twitter per supportare la messaggistica crittografata.
“Facebook sta manipolando il pubblico quasi ovunque sulla Terra”, ha scritto Musk sul suo X, precedentemente noto come Twitter. “Questo è il motivo per cui non renderanno open source il loro algoritmo”. Musk infatti, a differenza di Zuckerberg, ha “aperto” l’algoritmo di X rilasciando il codice sottostante per la visualizzazione pubblica lo scorso aprile, adempiendo a un impegno preso dopo aver acquisito la società. Allo stesso tempo, però, è stato controllato su varie mosse che secondo i critici avevano lo scopo di soffocare la trasparenza, come per esempio la decisione della sua azienda di revocare il libero accesso alla sua API o all’interfaccia di programmazione delle applicazioni. I rappresentanti di Meta non hanno risposto alla richiesta di commento sulle osservazioni di Musk.
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