Schlein punta su Annunziata e rispolvera il partito dei sindaci
Sarà Lucia Annunziata il colpo da 90 del Pd e di Schlein alle prossime europee. L’ex conduttrice di Mezz’ora in più su Rai3, dovrebbe essere – stando alle indiscrezioni del Corriere della Sera – la capolista per il Sud. Per gli osservatori la sua pare davvero la cronaca di una candidatura annunciata che ha cominciato a prendere forma dal giorno in cui ha dato l’addio alla Rai per “incompatibilità con il governo di destra”.
La sua sponsorizzazione arriva direttamente dalla segretaria nazionale, Elly Schlein, che ha cominciato a muovere le varie pedine del risiko delle candidature che risulta già essere una partita difficile, complicata e che metterà a dura prova gli equilibri interni e soprattutto il rapporto tra il gruppo di fuoco della segreteria e i riformisti del partito.
Per la Schlein quello dell’unità del Pd è un obiettivo imprescindibile come pure la necessità di non scendere sotto il 20% dei consensi che si tradurrebbe immediatamente in una resa dei conti. Lei spera di raggiungere il 22 o 23% e per questo ritiene il collegio del Sud imprescindibile. Per questo ha sottolineato che “Annunziata è uni dei profili in grado di catalizzare molte preferenze”. “Stiamo già lavorando con tutti i territori per coalizioni larghe, vincenti, credibili. Non abbiamo nessuna presunzione di autosufficienza. Anzi, non ci interessa perdere un minuto in polemiche sterili con le altre forze di opposizione sulle nostre differenze. Dobbiamo lavorare insieme.
La destra nei secondi turni si ricompatta ed è competitiva, noi dobbiamo lavorare ad un’alternativa che si raccoglie intorno a candidature credibili, lavorando con umiltà perché non bastiamo da soli. E anche sulle Europee ci stiamo preparando a lavorare su un grande programma partecipato”, ha detto dal palco della Versiliana. Inoltre, la Schlein inizialmente pareva voler presentare cinque capilista donne nella Circoscrizione Centro, ma potrebbe essere costretta a rinunciare a questo obiettivo in nome di un pragmatismo che riporta sempre al rapporto con l’ala riformista e la ricerca di un giusto equilibrio tra le correnti, Della serie: scontentare nessuno. In ogni caso, in questa Circoscrizione la capolista dovrebbe essere Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria e una fedelissima della Schlein. E per il posto di vice capolista si è fatto avanti l’ex segretario Nicola Zingaretti che pare essere interessato a diventare anche capogruppo di Socialis & Democrats, il nome dell’alleanza progressista dei Socialisti e Democratici in Europa. Stando ai si dice tutti di marca riformista, i sindaci di Bari, Bergamo, e Firenze, vale a dire Antonio Decaro, Giorgio Gori e Dario Nardella, sarebbero tutti in rampa di lancio per Bruxelles.
Anche perché sono accomunati dalla scadenza del loro mandato che avverrà proprio il prossimo anno.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, non ha, invece, alcuna intenzione di volare Oltralpe. Preferirebbe un altro “giro” da presidente ma servirebbe una deroga ai due mandati. Stessi dubbi per il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, presidente del partito, il cui mandato scade nel 2025 e che sarebbe un ottimo capolista nel Nordest (nel 2019 capolista dei dem fu Carlo Calenda poi traghettato in Azione). Per lui i sostenitori invocano il terzo mandato (ma la normativa pare essere difficile da varare) in virtù del fatto che dovrebbe fare da garante per la ricostruzione. Ma l’ipotesi Ue è più che allettante e Bonaccini non chiude certo la porta. Sempre per la Circoscrizione Nordest si fanno i nomi di Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini (in quota Bonaccini) e Renzo Lusetti, franceschiniano.
Sempre stando a fonti interne al Pd, sempre nella Circoscrizione Centro ci sarebbe da registrare la rinuncia del commissario uscente dell’Ue, Paolo Gentiloni. E per la Schlein c’è da risolvere anche il caso- Brando Benifei, capodelegazione in Europa per il Pd, nonostante sia filo-Bonaccini. Capolista nel Nord Ovest (dove la lista dei pretendenti pare sia molto affollata) la Schlein vorrebbe una donna.
Qui vorrebbe correre anche l’ex ministro Andrea Orlando che alle primarie aveva appoggiato l’attuale segretaria. Ora, però, i rapporti tra i due si sarebbero deteriorati. La partita rimane comunque aperta Insomma, verso Bruxelles si prospetta la calata” degli amministratori. Consapevoli che in caso di sconfitta la responsabilità ricadrebbe direttamente su di loro, mentre in caso di successo del partito ad andare all’incasso sarebbe senza dubbio la segretaria Schlein.
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