Attualità

LA GHIGLIOTTINA – Donna schiava con il sì del giudice e di Allah

di Frida Gobbi -


“Donna schiava, zitta e lava”: così recita l’antico detto, ripetuto per anni dai maschi più misogini e maschilisti dell’Italia del patriarcato becero. Uno slogan odioso che per fortuna oggi non si sente più, visto che nel Belpaese ora anche gli uomini svolgono le faccende domestiche. Una nazione moderna, vista come una terra promessa da chi vive in Paesi ancora molto retrogradi. Purtroppo però a volte il detto “Paese che vai, usanze che trovi” non vale per gli immigrati, soprattutto quando di mezzo c’è la religione. Come nel caso di una donna originaria del Bangladesh ma cittadina italiana che dopo aver subito maltrattamenti dal marito per ben sei anni si è fatta coraggio e l’ha denunciato. Piccola parentesi: il marito è un cugino a cui è stata venduta per 5mila euro.

Tratti tua moglie da schiava? Se sei del Bangladesh è un fatto di cultura

Se la donna non si atteneva alle regole del marito – abiti islamici e chiusa in casa a fare la schiava – giù botte da orbi, insulti e soprattutto la minaccia di essere riportata in Bangladesh. Ma una volta in tribunale, per la donna oltre al danno è arrivata la beffa: il pubblico ministero chiede l’assoluzione per il marito. Il motivo? I maltrattamenti sono un fatto culturale, tipico del Bangladesh. Ti meno perché è tradizione, insomma. E perché la mia cultura dice che la donna è inferiore all’uomo. Evviva il villaggio globale. Per fortuna il giudice ha preferito attenersi al codice penale piuttosto che ispirarsi all’antropologia culturale: richiesta del pm rigettata e imputazione coatta per il dolce maritino.


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