Esteri

Usa e migranti: Adams, il sindaco che imbarazza Biden

di Ernesto Ferrante -


Le gestione del flusso dei migranti è fonte di polemiche e divisioni anche negli Usa. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha deciso di limitare a due mesi la permanenza nei centri di accoglienza dei profughi adulti single.
Adams, democratico ed ex poliziotto, ha ribadito con i fatti la sua posizione critica rispetto alle politiche adottate per decenni da chi ha amministrato in precedenza la città, improntate a garantire riparo ed assistenza a chiunque ne avesse bisogno per tutto il tempo necessario. Con oltre 60mila migranti e i centri di accoglienza come il Roosevelt Hotel ormai strapieni, il primo cittadino ha parlato più volte di una situazione insostenibile che rischia di “distruggere New York”.
“Quello che non si comprende a pieno è quanto accogliente New York sia stata finora verso i migranti, da molti punti di vista, e questo è il motivo principale per cui vengono qui”, hanno spiegato a ‘Politico’ dei suoi consiglieri. “Se ora si capisce che non è garantito un posto dove stare, questo fa diminuire il flusso”, hanno aggiunto ancora.
Anche la governatrice dem, Kathy Hochul ha espresso le stesse preoccupazioni. “Non si è mai inteso che questo deve essere un obbligo per la città di ospitare letteralmente il mondo intero”, ha affermato, ribadendo che si vuole comunque continuare a garantire che “nessuna famiglia finisca per strada: non vogliamo che non succeda niente ai bambini, ma vogliamo anche che il mondo sappia che ci deve essere un limite a questo”.
La misura, che ha innescato un corto circuito tra le “schiere bideniane”, è stata fortemente contestata dai gruppi che proteggono i diritti dei migranti, convinti che in questo modo alle persone non rimarrà altra alternativa che dormire per strada.
“Misure del genere non sono ben pensate e sono totalmente miopi e avranno delle ripercussioni molto pericolose, aumentando il numero degli homeless per strada”, ha commentato Shahana Hanif, presidente della commissione immigrazione del consiglio comunale newyorkese.
Nel frattempo, la città di New York ha notificato oltre 10mila “sfratti” e attende l’esito del ricorso, presentato lo scorso maggio, per sospendere il “diritto al rifugio”, riconosciuto da quelle parti dal lontano 1981.

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