Non c’è pace per l’ex Ilva: sindacati all’attacco
Non c’è pace per l’ex Ilva. A Palazzo Chigi un vertice. Al suo termine, differente e distante la lettura della questione, da parte del governo e da parte dei sindacati.
Il governo considera l’incontro – cui è intervenuto con il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Adolfo Urso, Marina Calderone e Raffaele Fitto – “la tappa di un percorso in atto ed è consapevole dell’urgenza degli interventi e di soluzioni di prospettiva, concentrando la propria azione in modo prioritario sul completamento del percorso di decarbonizzazione, sulla positiva definizione delle procedure d’infrazione in atto, sulla verifica del concreto impegno del socio privato al rilancio dell’impianto e sulla garanzia della sicurezza negli stabilimenti”.
Rimarcando poi la pesantezza della situazione che ha voluto affrontare fin dal suo insediamento, rimanda a un prossimo incontro con i sindacati ribadendo le misure finora adottate “le norme per rendere possibile la gestione dell’azienda, per sbloccare le risorse a disposizione, per chiudere le procedure di infrazione in atto”.
Dai sindacati, dubbi e pesanti critiche. Da Rocco Palombella della Uilm l’incertezza dell’interlocuzione con Mittal, ove viene cancellata “la possibilità di risalire in maggioranza negli assetti e che i 680 milioni erogati a gennaio sarebbero serviti come anticipo del capitale”. Duri giudizi pesanti anche dalla Fiom: “Siamo all’eutanasia di Acciaierie di Italia”, dice Michele De Palma. Fumata nera pure per la Fim: “Un incontro insoddisfacente. Siamo di fronte ad un gruppo che collassa, che ha finito le risorse e sta facendo il record minimo di produzione, mancano gli investimenti e la sicurezza sul lavoro”, sintetizza Roberto Benaglia. Confermato uno sciopero per oggi, in cantiere iniziative “per una trattativa vera”. Non c’è pace per l’ex Ilva.
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