Esteri

L’atomica dello Zar: la Guerra Fredda 2.0 su scala mondiale

di Ernesto Ferrante -


L’ATOMICA DELLO ZAR – L’escalation con le minacce di Putin e Stoltenberg a Kiev allontana ancora di più la pace

E’ stato un giovedì nefasto per chi crede ancora nella possibilità di una soluzione negoziale del conflitto ucraino. L’arrivo a Kiev del segretario generale della Nato Stoltenberg e dei ministri della Difesa di Londra e Parigi, Shapps e Lecornu, e il quasi contemporaneo annuncio fatto da Putin delle “creazioni nucleari” dei suoi specialisti, danno il senso e la misura di ciò che si profila dentro e fuori il campo di battaglia. Siamo nel bel mezzo di una “guerra fredda 2.0”, con la Nato pienamente dentro un gioco pericolosissimo.
I lavoratori del settore nucleare russo “stanno risolvendo in maniera alacre i problemi di introduzione di tecnologie innovative nei settori dell’energia e dello spazio, della medicina nucleare, dell’ecologia e della modernizzazione della flotta di rompighiaccio nucleari. Partecipano alla creazione di armi avanzate in grado di mantenere un equilibrio strategico nel mondo”. Lo ha scritto il presidente Vladimir Putin in un telegramma di congratulazioni per i lavoratori di Rosatom, l’agenzia nucleare statale russa, in occasione della giornata a loro dedicata.

L’Alleanza atlantica vuole che i suoi membri si impegnino ancora di più. “La Nato ha definito contratti quadro per l’approvvigionamento di munizioni cruciali per l’Ucraina, 2,4 miliardi di euro, un miliardo dei quali di ordini conclusi. Uno stanziamento che consentirà ai Paesi di continuare a rifornire l’Ucraina”, ha affermato Jens Stoltenberg al fianco del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il segretario generale ha illustrato il suo “piano di pace”: “Ogni metro che gli ucraini guadagnano è un metro che i russi perdono. Gli ucraini combattono per le loro famiglie, per la libertà; Mosca combatte per manie imperialistiche. Più forte diventa l’Ucraina, più ci si avvicina alla fine della guerra. La Russia può fermare la guerra oggi, l’Ucraina non ha quell’opzione”.
E ancora: “L’Ucraina ha bisogno di una pace giusta e sostenibile e pertanto accogliamo vivamente il piano in 10 punti del presidente Zelensky per raggiungere tale obiettivo”.
Il norvegese ha poi ribadito che “il futuro dell’Ucraina è nella Nato e la Nato continuerà a stare al suo fianco per tutto il tempo necessario”. “Abbiamo concordato un programma per rendere le forze ucraine pienamente interoperabili con i loro futuri alleati adottando pienamente la dottrina e l’equipaggiamento della Nato”, ha spiegato.
Quanto agli ‘sconfinamenti’ degli attacchi russi oltre i confini occidentali, Stoltenberg ha detto che anche se “non ci sono prove che i resti del drone russo trovati in Romania siano il risultato di un attacco intenzionale”, gli altri “attacchi russi vicino al confine con la Romania sono atti sconsiderati” e perciò “stiamo rafforzando la nostra frontiera orientale” anche attraverso “l’invio di diversi jet F-16 in Romania”.

Il supporto ha dei costi, che sono stati astutamente evidenziati al “beneficiario”: “Gli alleati della Nato continuano a fornire supporto alla vostra difesa per aiutarvi a respingere l’invasione. Come negli ultimi giorni i carri armati Abrams, sofisticati sistemi missilistici e difese aeree, nonché l’addestramento per i piloti F-16. Si tratta di uno sforzo collettivo da parte di tutti gli alleati nativi con equa condivisione degli oneri di quasi 100 miliardi di euro, circa la metà è arrivata dagli Stati Uniti e l’altra metà dagli alleati europei della Nato e dal Canada”.
Zelensky ha provato ad alzare la posta in palio, nel corso della conferenza stampa congiunta: “Abbiamo dimostrato che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato è un modo di rafforzare l’Ucraina ma anche per rendere la Nato più forte. La nostra cooperazione è forte, la nostra alleanza con la Nato è naturale”.
Nella capitale ucraina è arrivato anche il ministro della Difesa britannico Grant Shapps. L’ufficio di Zelensky ha reso noto che durante il faccia a faccia si è discusso di come rafforzare le difese aeree dell’Ucraina. Il ministro della Difesa Rustem Umerov ha definito “importante” l’incontro avuto con l’omologo inglese. “L’inverno sta arrivando, ma noi siamo pronti. Più forti insieme”, ha scritto in un tweet Umerov.
Stessa tappa anche per il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, accompagnato da industriali del settore della difesa e rappresentanti di una ventina di aziende. Lecornu ha parlato con i funzionari locai di come portare avanti la fornitura degli aiuti francesi e i partenariati industriali in un confronto armato destinato a durare.
E’ tornato a farsi sentire anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “I russi sono pronti a negoziare, ma tenendo conto della realtà sul terreno e degli interessi della sicurezza russa”, ha dichiarato Lavrov intervistato dall’agenzia di stampa Tass. I Paesi occidentali, secondo il capo della diplomazia di Mosca, hanno rovinato l’integrità territoriale dell’Ucraina confessando di aver pianificato di non attuare gli accordi di Minsk.


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