Landini-Schlein: la piazza elettorale del lavoro
L’INGRADIMENTO – Landini- Schlein: la piazza elettorale del lavoro
Una folla rossa divisa in due cortei partiti da piazza partigiani e piazza della Repubblica ha sfilato su Roma ieri sotto l’ombrello dello slogan “La via maestra, insieme per la Costituzione”. Il corteo della Cgil, accompagnato da altre cento tra sigle e associazioni ha portato nelle vie della capitale cori, proteste contro il governo e rivendicazioni: dalla difesa della Costituzione, alla sanità fino alla scuola pubblica e alla pace, con centinaia di studenti e di rappresentanti di movimenti pacifisti. “Siamo 100mila” annunciano con entusiasmo i rappresentanti delle associazioni, più cauto è il segretario Landini “Noi non diamo i numeri, contateci” dice arrivando in piazza San Giovanni. Non è una novità quella dei numeri gonfiati e il segretario lo sa.
Difatti sono i numeri della questura a dirci che sono state circa 35mila le partecipazioni, con lo schieramento di poco più di 400 agenti. Il clima della manifestazione è stato festante con bandierine, cappelli, cori – immancabile “Bella Ciao” – ma anche corredato da striscioni contro il governo di Giorgia Meloni: rappresentativo, quello in apertura del corteo che recitava: “Il governo ci affama: casa, reddito e salario”. Sono i temi che ritornano, come ritornano i partecipanti più illustri del panorama della sinistra. Di fianco a Landini erano presenti il leader di AVS Nicola Fratoianni – che chiede al governo di “Cambiare strada” – l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, Pierluigi Bersani – che chiede di “Difendere la Costituzione” -, ma anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che a nome “di tutti i sindaci” (tra cui i presenti Antonio De Caro e Matteo Ricci) dice di “no” all’autonomia differenziata. Una riforma “che è sbagliata e insostenibile: o toglie soldi al centro sud o al bilancio dello Stato per i servizi e questo lo ha capito anche Giorgetti”.
Per ultima, ma non meno importante, era presente al corteo anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che ha definito quella di sabato “Una grande partecipazione” a rappresentanza di un’Italia che lotta per i salari, per la sanità pubblica, per le politiche industriali che mancano”. “Sono molto felice di essere qui” sottolinea Schlein “il Partito democratico c’è e ringraziamo la Cgil e tutte le altre associazioni che hanno regalato questa bella giornata di speranza”. Parole di entusiasmo e di aggregazione che hanno seguito il faccia a faccia tra la leader e il numero uno della Cgil avvenuto in pochi minuti dietro al palco di piazza San Giovanni. Strette di mano, abbracci e tanti sorrisi da parte di Elly Schlein che ai cronisti ha voluto ricordare che dalla piazza “Noi come Pd ci siamo e siamo felici di esserci e di continuare a batterci”. Poi, per Maurizio Landini è arrivato il momento del discorso: “Faccio fatica a trovare le parole per l’emozione e la felicità di vedere una piazza così enorme” ha detto, ma “Non siamo qui per protestare, noi siamo qui per cambiare la situazione”.
In primo piano il segretario rimette la Costituzione per cui si deve fare “una lotta territorio per territorio, luogo per luogo, dove i diritti fondamentali li pratichiamo”. Il dovere è quello di “cambiare il Paese” e “ridurre le disuguaglianze”. Diritti, disuguaglianze, povertà: tutto riassunto nella misura chiesta e richiesta del Salario minimo. “È arrivato il momento” di introdurre un salario “sotto cui nessun lavoratore possa essere pagato: 5-6 euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili”. Lavoro chiama sciopero. Ed è quello che fa la piazza che durante il discorso intona “Sciopero! Sciopero! Sciopero!”. Su un possibile sciopero generale il segretario “Non esclude nulla” ma il tutto, spiega, andrà verificato con le altre organizzazioni. Per loro, come per la Cgil la manifestazione è stata un successo, “La più grande degli ultimi dieci anni” ma la speranza è che il rosso tenue si accena per diventare fuoco.
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