Alfredo Mantovano: “Silenzio colpevole su jihadismo”
“Sul jihadismo c’è stato un colpevole silenzio e adesso il risveglio è stato molto brusco”: parole e musica di Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri. Mantovano, questa mattina, sta parlando alla Festa de Il Foglio che si sta tenendo a Firenze. Il sottosegretario ha spiegato: “Oggi la dimensione dell’attacco è, ancora più che nel passato, più complicata da prevenire perché la minaccia può venire da singoli che non frequentano moschee ma si indottrinano online e poi decidono di passare all’azione”. Insomma, c’è davvero da stare molto attenti. “Tutto questo viene monitorato – ha spiegato Alfredo Mantovano – Ci sono articolazioni del sistema sicurezza che seguono l’apologia online del terrorismo; però tutti noi comprendiamo che si tratta di un lavoro difficile perché non si affronta un fiume in piena ma mille rivoli d’acqua e qualcuno può anche sfuggire. È un lavoro complesso che oggi vede ancora più concentrate le forze di polizia e l’intelligence su questo obiettivo”.
E proprio a proposito del lavoro delle forze dell’ordine, Alfredo Mantovano ha spiegato: “L’attività di polizia più difficile in assoluto è l’ordine pubblico, devi tenere conto di mille variabili che cambiano in continuazione. Come l’Italia ha fatto finora si farà una valutazione caso per caso senza stabilire regole generali, il confine tra la libertà di manifestare il dissenso e l’apologia di terrorismo non è netto. Ogni manifestazione sarà valutata nella sua specificità”. Il sottosegretario si affida a una immagine calzante per definire la natura del terrorismo jihadista: sempre più cellulare, sempre più liquido e sempre più inafferrabile: “Oggi la dimensione dell’attacco è più difficile da prevenire perché l’azione può venire da singoli che si indottrinano on line… È un lavoro difficile perché non affronti un fiume in piena, ma mille rivoli, oggi le forze di polizia sono ancora più concentrate”.
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