Cadono bombe e fioccano gli arresti a Gaza
Almeno 481 persone sono state uccise dai raid aerei israeliani nelle scorse 24 ore. Dall’inizio del conflitto hanno perso la vita in totale 7.028 palestinesi, il 66% dei quali erano donne e bambini.
Le Forze della difesa israeliana (Idf) hanno arrestato 1.030 palestinesi in Cisgiordania da quando, lo scorso 7 ottobre, sono iniziate le ostilità. Sono circa 670 gli attivisti di Hamas fermati.
Il comandante della Brigata Jenin, Aisar Mohammed al-Amir, è morto in scontri con le Idf. A riferire la notizia è stata la Jihad islamica palestinese. Altri tre miliziani hanno perso la vita nel campo profughi di Jenin. Situazione tesa anche a Qalqilya, dove Qassam Abdel Hafez è stato ucciso a colpi di arma da fuoco come riportano i media locali.
Aggiornato il numero degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Il portavoce militare Daniel Hagari ha parlato di 229 persone sequestrate durante l’attacco. Il movimento di resistenza palestinese non potrà rilasciarle finché non verrà concordato un cessate il fuoco. Lo ha scritto il quotidiano russo Kommersant citando un membro della delegazione di Hamas in visita a Mosca.
Hagari ha denunciato che il quartier generale di Hamas si trova sotto l’ospedale centrale Shifa con cui condivide anche la rete elettrica. “L’ospedale ha 1.500 letti e circa 4.000 membri del personale che formano uno ‘scudo umano’ per i leader”, ha concluso il portavoce.
Abu Hamid ha affermato che il movimento ha bisogno di tempo per localizzare tutti coloro che sono stati portati da Israele a Gaza da varie fazioni palestinesi. “Hanno sequestrato decine di persone, la maggior parte delle quali civili, e abbiamo bisogno di tempo per trovarle nella Striscia di Gaza e poi rilasciarle”. Hamas ha detto ieri che circa 50 ostaggi sono stati uccisi negli attacchi aerei israeliani.
L’esercito americano ha effettuato attacchi contro due strutture nella Siria orientale utilizzate dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane e dai gruppi da esso sostenuti. Lo ha reso noto il Pentagono, aggiungendo che si tratta di una risposta a un’ondata di azioni contro le forze statunitensi sia in Iraq che in Siria.
Le truppe statunitensi e della coalizione sono state prese di mira almeno 19 volte nei giorni scorsi. Sono 21 i soldati americani ad aver subito ferite lievi, nella stragrande maggioranza lesioni cerebrali traumatiche.
“Questi attacchi di autodifesa di precisione sono una risposta a una serie di attacchi in corso e per lo più infruttuosi contro il personale americano in Iraq e Siria da parte di gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran, iniziati il 17 ottobre”, ha sottolineato in una nota il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin.
“Alla luce delle recenti minacce”, le forze di terra iraniane hanno avviato esercitazioni militari della durata di due giorni destinate a verificare lo stato di prontezza operativa della fanteria, dei veicoli corazzati oltre che dei missili e dei sistemi d’arma elettronici. L’agenzia di stampa Tasnim ha fatto sapere che alle manovre, nella provincia centrale di Isfahan, prendono parte quattro unità di combattimento. Nell’ultima fase si procederà agli addestramenti a difesa delle coste, operazioni notturne e operazioni di controffensiva.
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