Politica

PRIMA PAGINA – La piazza ambigua e il Pd dalla Liberazione fino a Hamas

di Adolfo Spezzaferro -

Disegno di Gianluca Pascutti


La piazza ambigua e il Pd dalla Liberazione fino a Hamas. La sinistra italiana ha una lunga storia di sostegno ai movimenti di liberazione nel mondo, Palestina compresa. Ma nel tempo tale sostegno è venuto via via meno – come dimenticare gli attacchi a D’Alema per aver parlato di equidistanza tra Israele e Palestina. Perché certa sinistra, quella incarnata poi dal Partito democratico, si è concentrata soprattutto (e con successo, va riconosciuto) nella gestione del potere attraverso la via della finanza – “Abbiamo una banca?”. Una tendenza, quella italiana, perfettamente in linea con quella della sinistra europea: la socialdemocrazia votata al capitalismo mondialista che ha eroso sempre più il welfare state per far quadrare i conti in ossequio dei diktat di Bruxelles. Mentre la sinistra europea attraversava le intemperie della finanziarizzazione dell’economia reale, con le crisi che hanno segnato il fallimento della globalizzazione e impoverito l’eurozona, in Palestina cresceva sempre di più il consenso per l’ultima generazione dei movimenti arabi di liberazione, quella di matrice islamica. E quando Hamas era diventato primo partito nella Striscia di Gaza, l’abbandono del popolo palestinese da parte della sinistra europea era completato.
Fa specie quindi oggi assistere alla riscoperta da parte di certa sinistra della causa palestinese, oggi che è inscindibile da Hamas che – lo ricordiamo – vuole la distruzione totale di Israele. Per non parlare di come il Pd e il M5S in qualche modo siano vicini (le Europee si avvicinano) a questa sinistra che di fatto non condannando Hamas si schiera al fianco dei i nemici delle democrazie occidentali (di cui, almeno sulla carta, farebbe ancora parte Israele).
A tal proposito dobbiamo fare alcune precisazioni: la sinistra italiana storicamente si è spesso divisa sulla questione palestinese, proprio perché la lotta di liberazione e il terrorismo sono praticamente inscindibili, come spiegava in una sintesi mirabile Andreotti – “Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista”. Oggi che gli anni sono diventati settanta e che i giovani che imbracciano l’Ak-47 contro le forze armate israeliane sono i bambini sopravvissuti ai bombardamenti su Gaza, il quadro è diventato molto più drammatico e pericoloso. Va da sé però che quella sinistra che ancora oggi si richiama alla lotta contro il nazifascismo non può condannare Hamas: la resistenza palestinese e la risposta asimmetrica all’invasore israeliano sono infatti la storia che si ripete.

Hamas e la piazza ambigua della sinistra e i rischi che corre l’Italia


Ma attenzione, oggi è in gioco – oltre purtroppo alla vita dei civili palestinesi nella Striscia – l’islamizzazione della regione mediorientale e un aumento del rischio di attentati in Europa da parte del fondamentalismo islamico. Hamas, come la Jihad palestinese e come Hezbollah (il Partito di Dio) in Libano vogliono cancellare Israele dal territorio storicamente conteso e instaurare un regime islamico. In questa ottica, vedere intellettuali, artisti e politici schierarsi con la Palestina di oggi, che è in mano a Hamas perché è stata abbandonata dagli occidentali, è pericoloso e non aiuta il processo di pace. Le promesse dell’Occidente di una via alla pace permanente che passasse per la soluzione “due popoli due Stati” nono sono state minimamente mantenute e quindi gran parte del popolo palestinese si è messo nelle mani di Hamas, unica alternativa concreta sul campo.
Gridare in piazza slogan anti-Israele oggi dunque fa doppiamente male – alla pace, perché le tifoserie contrapposte non portano da nessuna parte, e alla sicurezza nazionale, perché la contrapposizione delle piazze aumenta il rischio di attentati. Già solo per aver manifestato in favore di Israele. Come se non bastasse, la stessa Hamas ha detto che l’Italia è tra gli aggressori del popolo palestinese. E a Gaza Zerocalcare – che diserta Lucca Comics in segno di protesta contro Israele – non sanno proprio chi sia.


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