Netanyahu cede a Biden: Israele farà entrare più carburanti nella Striscia
A seguito delle pressioni degli Stati Uniti, Israele ha approvato un “minimo” aumento delle forniture di carburanti alla Striscia di Gaza per prevenire una crisi umanitaria nell’area, a due mesi dall’inizio del conflitto dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Dallo scoppio della guerra, Israele ha bloccato le forniture di carburante per impedire che finissero nelle mani di Hamas e fossero utilizzate per scopi militari.
Fin dallo scoppio del conflitto, limitate le spedizioni di carburante a Gaza per la più volte ribadita certezza che le risorse finissero poi nelle mani di Hamas per alimentare il conflitto. Una scelta aspramente criticata da due mesi dall’Onu, dalla Croce Rossa internazionale e da tutte le ong che operano a Gaza, che hanno denunciato la paralisi del sistema sanitario e l’ostacolo alla consegna di forniture umanitarie di base.
Lunedì gli Stati Uniti avevano rinnovato a Israele la richiesta di garantire maggiori forniture di carburanti dopo la fine di una tregua temporanea che ha visto il rilascio di 105 dei circa 240 ostaggi israeliani e stranieri catturati il 7 ottobre da Hamas. “Abbiamo chiarito che vogliamo vedere queste forniture non solo al livello di quelle arrivate durante la tregua, ma addirittura più alto”, aveva detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.
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