Attentato in Iran, il casus belli per allargare la guerra
epa11055381 Damaged cars are seen as people try to help victims after an explosion next to the tomb of Iran's Revolutionary Guards chief of foreign operations in the Saheb al-Zaman mosque in the southern city of Kerman, Iran 03 January 2024. On the fourth anniversary of the US-initiated assassination of Iranian General Qasem Soleimani, two bomb explosions have killed at least 103 people and another 171 people were wounded close to his mausoleum, according to Iranian official television. As part of a ceremony to honor General Soleimani, who was killed in a US drone strike in neighboring Iraq in 2020, hundreds of people were on their way towards the grave on 03 January. EPA/TASNIM NEWS AGENCY
Prima la morte di Arouri a Beirut, poi l’attentato a Kerman, con oltre 180 morti, non lontano dal cimitero dove è sepolto il generale Soleimani. Il doppio casus belli per tirare Hezbollah e l’Iran nel conflitto in corso nella Striscia di Gaza, si è materializzato in un mercoledì in cui gli incendiari l’hanno fatta da padroni.
E’ stata una “operazione terroristica così vile” e la “dimostrazione” che Israele “non ha raggiunto i suoi obiettivi”, “nonostante il sostegno” degli Usa, ha scritto su X il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, dopo l’uccisione nella capitale libanese del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri. “L’attività malvagia della macchina terroristica di questo regime in altri Paesi costituisce una minaccia reale a pace e sicurezza e un allarme serio per la sicurezza di tutti i Paesi della regione, ha avvertito Amir-Abdollahian.
Ci saranno conseguenze, sicuramente. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa iraniano, il generale Mohammad-Reza Gharaei Ashtiani, addossando la responsabilità dell’esecuzione a Washington. “Il fumo andrà nei loro occhi”, ha detto il ministro prima della riunione di governo. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha “condannato il crimine dell’assassinio da parte dell’entità sionista”, definendolo “uno dei più importanti combattenti della resistenza palestinese” che “difendeva i diritti del suo popolo”.
L’Unifil è “profondamente preoccupata per una potenziale escalation” del conflitto al confine tra Libano e Israele. La portavoce Kandice Ardiel teme “conseguenze devastanti per le persone su entrambi i lati della Linea Blu”. Il governo libanese sta cercando di convincere Hezbollah ad evitare il peggio. Il ministro degli Esteri Abdallah Bou Habib ha spiegato alla radio della Bbc che il governo libanese sta dialogando con i miliziani sciiti perché “non rispondano da soli” all’azione dello Stato ebraico.
“Presentiamo le nostre condoglianze al nostro fratello, il grande sceicco Saleh al-Arouri, vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas, che è caduto da martire ieri durante un’evidente aggressione israeliana nella periferia sud di Beirut”. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce L’Orient – Le Jour è Hassan Nasrallah in occasione del suo atteso discorso per l’anniversario della scomparsa di Soleimani. “L’operazione Diluvio al-Aqsa del 7 ottobre – ha rimarcato Nasrallah evidenziando l’indipendenza delle varie organizzazioni – era un’operazione palestinese di cui non eravamo al corrente, non lo dico per prendere le distanze da questa operazione”.
Le brigate Ezzedin al Qassam, ritengono Israele “un pericolo per la nazione” contro il quale “è un dovere lottare in ogni ambito perché questo cancro sia sradicato dalla terra della Palestina”.
Israele si dice “pronto a qualsiasi scenario”. “Siamo a un livello di prontezza molto alto sia in difesa sia in attacco”, ha rivelato il portavoce militare delle Idf, Daniel Hagari, anche se non è stata ancora rivendicata l’azione.
Un funzionario del Pentagono, parlando a condizione di anonimato al Washington Post, ha affermato che le Idf sono responsabili del raid. Una fonte del “Partito di Dio”, citata sempre dal Washington Post, ha spiegato che è stato utilizzato un drone con tre razzi.
E’ salito ad almeno 188 morti e centinaia di feriti il bilancio del duplice attacco avvenuto a Kerman, in Iran, sulla strada che porta al cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani. Lo ha indicato la tv di Stato Irib. Si è trattato di un “attacco terroristico”. Non ha dubbi il vice governatore della provincia di Kerman, riferendosi alle due esplosioni registrate nei pressi del luogo sacro verso cui si stavano dirigendo migliaia di persone per commemorare il quarto anniversario della morte del capo della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione, assassinato dagli americani quattro anni fa. La risposta dell’Iran a questo “atto terroristico” sarà “potente e schiacciante” e sarà portata “nel più breve tempo possibile”. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno Ahmed Vahidi.
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