C’è la mano dell’Isis nella strage dei pasdaran
epa11055216 People try to help victims after explosions which occured during a commemoration ceremony next to the tomb of Iran's Revolutionary Guards chief of foreign operations Iranian General Qasem Soleimani in the Saheb al-Zaman mosque in the southern city of Kerman, Iran, 03 January 2024. On the fourth anniversary of the assassination of Iranian General Qasem Soleimani, two explosions have killed at least 73 people and another 171 people were wounded near the mausoleum dedicated to him, according to Iranian official television. As part of a ceremony to honor General Soleimani, who was killed in a drone strike in neighboring Iraq in 2020, hundreds of people were on their way towards the grave on 03 January. EPA/MEHR NEWS AGENCY
L’Isis avrebbe rivendicato le due esplosioni di ieri a Kerman, in Iran, che hanno provocato la morte di 84 persone e il ferimento di altre 284. A rivelarlo su X è stato ‘Mizan’, il sito della Magistratura iraniana, citando “alcuni rapporti sui media”. Di “elementi salafiti-jihadisti”, delle minoranze “beluci o curde o simili, ispirati dall’ideologia dello Stato Islamico” ha parlato anche Meir Livak, docente di Storia del Medio Oriente ed esperto d’Iran dell’università di Tel Aviv.
“Colpire ovunque ebrei e cristiani”. E’ l’appello lanciato dal portavoce di Daesh, Abu Hudhayfah Al-Ansari, in un messaggio audio di oltre 30 minuti incentrato sul conflitto israelo-palestinese, intitolato “uccideteli ovunque li troviate”. Secondo il New York Times, la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, sta cercando di evitare che l’attentato sfoci in un’escalation militare con gli Stati Uniti ed Israele. Per il quotidiano americano, Khamenei ha ordinato ai suoi capi militari di esercitare “pazienza strategica”.
L’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, ha condannato l’atto terroristico di mercoledì nei pressi del cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani, affermando che gli autori della strage cercano di “destabilizzare” il Paese. “Questo atto criminale, perpetrato da coloro che cercano di destabilizzare l’Iran, non ha raggiunto i risultati attesi. Ma abbiamo fiducia nell’unità della Nazione iraniana e siamo al vostro fianco”, ha dichiarato in una telefonata con il presidente iraniano Ebrahim Raisi.
Anche l’Arabia Saudita si è fatta sentire. Il ministero degli Esteri di Riad, si legge in una nota, “respinge e condanna con fermezza le esplosioni terroristiche che hanno preso di mira i civili nella Repubblica islamica dell’Iran, esprimendo le sue condoglianze, la sua solidarietà e l’augurio di pronta guarigione ai feriti”. Hezbollah avvertì Saleh al-Arouri che Israele era sulle sue tracce. A riportarlo è il quotidiano libanese Al-Akhbar, aggiungendo nuovi dettagli sull’assassinio del numero due di Hamas avvenuto nel quartiere di Dahieh a Beirut.
Prima dell’attacco, i sistemi radar avevano rilevato la presenza di aerei da combattimento al largo del Libano e di droni nelle vicinanze della città. Dopo l’esplosione, “elementi” non meglio affiliati ad alcuna organizzazione “hanno ripulito l’area” prima che arrivassero i servizi segreti dell’esercito libanese.
Una base di milizie sostenute dall’Iran, è stata colpita nella capitale irachena Baghdad. Due combattenti sono stati uccisi. Le forze della coalizione a guida Usa sono finite sotto accusa per “l’attacco ingiustificato contro un’entità della sicurezza irachena”.
“In un’aggressione e violazione palese della sovranità e della sicurezza irachena, un drone ha effettuato un’azione simile ad attività terroristiche colpendo oggi uno dei quartier generali della sicurezza a Baghdad”, si legge in un comunicato del generale Yehia Rasool, portavoce del ministero della Difesa iracheno e del comandante in capo delle Forze Armate, diffuso su X dall’ufficio del premier iracheno.
Le Forze Armate irachene “ritengono le Forze della Coalizione Globale responsabili per questo attacco ingiustificato contro un’entità della sicurezza irachena che opera nel contesto dei poteri autorizzati dal comandante in capo delle Forze Armate”, il premier Mohammed Shia Al-Sudani.
Quattro operativi di Hezbollah hanno perso la vita in un raid aereo israeliano nel sud del Libano. Il Times of Israel ha precisato che l’organizzazione sciita ha confermato la morte dei suoi affiliati, fornendo i loro nomi: Hussein Hadi Yazbek, Ibrahim Pahtz, Hadi Racha e Hossein Ghazala. A oggi sono 151 gli uomini di Nasrallah eliminati dall’inizio delle ostilità.
La Turchia si è ufficialmente unita al Sudafrica nella causa contro Israele intentata dal Paese africano presso la Corte Penale Internazionale. Ankara e Pretoria chiedono che le azioni militari dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza vengano riconosciute come “genocidio”.
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