Israele-Hezbollah alta tensione sul confine libanese
epa11085570 Israeli soldiers of an artillery unit located at the Israeli border with Lebanon, as tension continue to rise between the two countries, at an undisclosed location 17 January 2024. The Israeli army reported that an anti-tank missile launch from Lebanon toward the area of Gladiola was identified. In response, fighter jets struck Hezbollah terrorist infrastructure and military compounds in the area of Hula in Lebanon. EPA/ATEF SAFADI
Nella Striscia di Gaza sono state ripristinate le comunicazioni di telefonia mobile e internet, dopo più di una settimana di blackout. E’ il nono dal 7 ottobre. Almeno 40 persone sono state uccise in un raid di Israele contro una casa adiacente all’ospedale Nasser a Khan Younis. Il dottor Ashraf al-Qedra, portavoce del ministero della sanità di Gaza e la Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) hanno affermato che l’occupazione israeliana impedisce il movimento delle ambulanze per soccorrere i feriti. La polizia israeliana ha sventato un attacco pianificato dall’Isis a Gerusalemme arrestando due uomini, di 19 e 20 anni, legati all’organizzazione terroristica. Avevano acquistato agenti chimici per realizzare ordigni da utilizzare contro i civili e le forze della sicurezza.
Gli aerei da guerra dello Stato ebraico hanno lanciato una serie di attacchi nelle vicinanze delle città di Taybeh, Marwahin, Shihin e Tair Harfa, nel Libano meridionale. L’artiglieria ha sparato proiettili incendiari contro le città di Kafr Kila e Al-Adisa. Missili sono stati indirizzati su un sito militare israeliano nell’Alta Galilea. Le operazioni al confine con il Paese dei Cedri, fino a quando non ci saranno le condizioni di sicurezza tali da permettere il ritorno degli sfollati. Lo ha chiarito il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, incontrando a Tel Aviv il suo omologo francese Sebastien Lecornu.
Hezbollah ha sostenuto di aver colpito militari israeliani che si preparavano a condurre un’operazione militare all’interno del territorio libanese. Benjamin Netanyahu sta condannando il Medio Oriente “a più conflitti e più guerre” se non cambierà posizione sulla soluzione dei due Stati. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri giordano Ayman Hussein Abdullah Al Safadi, a Bruxelles per cercare, insieme ad altri leader, di arrivare a una conferenza di pace. “La criminale macchina omicida israeliana continua a mietere vittime tra i civili innocenti del nostro popolo nella Striscia di Gaza”, ha denunciato il primo ministro dell’Autorità nazionale Palestinese, Mohamed Shtayé.
L’Arabia Saudita non riprenderà il processo di normalizzazione dei suoi rapporti con Israele, né contribuirà alla ricostruzione della Striscia di Gaza se non ci sarà un percorso serio e credibile verso la creazione di uno Stato palestinese. Lo ha chiarito il ministro Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan al-Saud.
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