Attacco alla chiesa italiana a Istanbul, il sospetto Isis
epaselect epa11110243 Turkish forensic investigators arrive at the site of an attack on the Italian Santa Maria Church, in Istanbul, Turkey, 28 January 2024. Turkish Minister of Interior Ali Yerlikaya said at least one person died after two assailants launched an armed attack on the Santa Maria Church in Istanbul on 28 January. EPA/ERDEM SAHIN
Ci sarebbe la mano dell’Isis dietro all’attentato alla chiesa cattolica italiana a Istanbul. Le autorità, dopo i primi due arresti, hanno messo sotto inchiesta almeno 47 persone per l’attentato che è costato la vita a una persona, mentre un’altra è rimasta gravemente ferita, alla chiesa di Santa Maria Sariyer nella capitale della Turchia.
In azione, come noto fin dalla giornata di ieri, due persone. Che, a volto coperto e con armi automatiche in pugno, hanno sparato sui fedeli riuniti per assistere alla funzione domenicale. Stando alle indagini della polizia turca, a colpire, sarebbero stati un cittadino del Tagikistan e un ceceno con passaporto russo. Ma l’inchiesta si è allargata all’intera rete che avrebbe potuto fiancheggiare e aiutare i due attentatori ad attaccare la chiesa cattolica in Turchia. Stando a quanto emerge dalle prime rivelazione delle forze dell’ordine, gli inquirenti temono che ci possa essere la mano, se non addirittura la firma, dell’Isis dietro l’attacco. Che è costato la vita a un cittadino turco, il 52enne Tuncer Cihan, che frequentava il tempio dove aveva trovato accoglienza e ospitalità.
Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu ha tuonato: “Non permetteremo mai a coloro che ci provano di distruggere la nostra unità e la nostra pace attaccando i luoghi religiosi della nostra città”. Il Vicario apostolico di Istanbul , monsignor Massimiliano Palinuro, racconta una versione dell’agguato che, se possibile è ancora più inquietante: “Tutti gli elementi lasciano ipotizzare un attacco di matrice religiosa, motivato dall’intolleranza”. La vittima, secondo Palinuro, “ha avuto il coraggio di protestare”. E perciò sarebbe stata falciata.
Il caso, però, diventa subito internazionale. Papa Francesco nell’Angelus di domenica, ha espresso “vicinanza alla comunità della chiesa Santa Maria Draperis a Istanbul che durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e alcuni feriti”. La premier italiana Giorgia Meloni ha condannato senz’appello quello che ha bollato come “un atto ignobile” e ha riferito che “il governo italiano, tramite la Farnesina, segue gli aggiornamenti su quanto accaduto”. Poi, esprimendo il suo cordoglio, Meloni ha ribadito “la più ferma condanna per l’ignobile atto”.
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