Esteri

Gaza, le trattative in Egitto ancora non decollano

di Ernesto Ferrante -


Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, è arrivato ieri al Cairo per “colloqui con i funzionari egiziani incentrati sulla situazione politica e sul campo”. Una svolta immediata non è all’orizzonte, come ha confermato un funzionario del gruppo palestinese a Haaretz, definendo “difficile” la situazione.
Israele ha smentito le notizie del sito saudita Elaph secondo cui Yahya Sinwar, la mente dell’attacco del 7 ottobre, sarebbe fuggito in Egitto attraverso i tunnel sotterranei della Striscia di Gaza. Secondo la stessa fonte, Sinwar ed il fratello Muhammed potrebbero aver portato con sé alcuni ostaggi da usare come scudi.
I parenti dei due bambini ancora ostaggio del movimento di resistenza islamica nell’enclave palestinese hanno lanciato un appello per un accordo in tempi rapidi che possa portare alla loro liberazione. Ariel e Kfir, questi i loro nomi, avevano rispettivamente 4 anni e 9 mesi al momento del rapimento. Se verranno imposte restrizioni all’ingresso dei fedeli musulmani nella moschea di al-Aqsa durante il Ramadan, “la cosa esploderà in faccia all’occupazione”. E’ questo l’avvertimento di Hamas al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
Le Brigate Quds hanno colpito un gruppo di soldati di Tel Aviv a Gaza. Lo ha fatto sapere su Telegram il braccio armato della Jihad islamica palestinese, precisando di aver sparato una granata perforante Tpg contro una casa nel campo occidentale di Khan Younis, nella quale avevano preso posto sei militari dello Stato ebraico. Il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Muhammad Shtayyeh ha voluto ringraziare il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva per il suo impegno per il cessate il fuoco. Le parole di sostegno di Lula sono quelle di “un leader in grado di ispirare e di un coraggioso combattente globale” e rafforzano “la speranza dei giovani palestinesi di fronte all’assenza di giustizia” verso “il diritto alla libertà e all’indipendenza”, ha dichiarato Shtayyeh.
Gli Houthi hanno classificato Stati Uniti e Regno Unito come “Paesi ostili” allo Yemen per “il supporto, la protezione e la sponsorizzazione dell’entità sionista” e “la partecipazione al genocidio commesso da Israele”.


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