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Bari: nella Commissione in Comune Sammartino, superesperto del contrasto alle mafie

di Angelo Vitale -

Claudio Sammartino


La commissione nominata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è insediata al Comune di Bari. La compongono Claudio Sammartino, prefetto in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di Finanza. 

L’intera carriera di Claudio Sammartino, per le esperienze professionali che ha vissuto e attraversato, si può dire spesa nel contrasto alle mafie e a ogni forma di criminalità, oltre che nell’esercizio di una governance attenta alle esigenze sociali ed economiche dei territori in cui ha prestato servizio.

“Nell’arena pubblica, il prefetto non è certo un giocatore, ma non è neanche un notaio né un arbitro. E’ soprattutto un regolatore, un funzionario dello Stato sempre vigile sui comportamenti dei competitori in gioco, che ha soprattutto il compito di indirizzare gli esiti delle eventuali contese verso una condizione di equilibrio che preveda la massimizzazione del guadagno per alcuni e la riduzione del danno per altri”. Un “saggio regolatore”, questa la definizione che l’ex prefetto di Catania Claudio Sammartino dava del ruolo prefettizio in un suo saggio pubblicato anni fa e rammentato in un intervento alla facoltà di Scienze politiche 5 anni fa nell’università siciliana.

Nato a Catania, 70 anni, Sammartino in quell’Università si è laureato e ha collaborato con la Cattedra di Diritto amministrativo. Entrò in carriere nel 1982, alla prefettura di Enna. Trasferito a Catania, seguì l’emergenza del terremoto del 1990 nella Sicilia Orientale e le eruzioni dell’Etna.

Fu componente della Commissione di accesso nei Comuni di Sciacca e Piedimonte Etneo, nella Commissione Straordinaria per la gestione del Comune di Acicatena sciolto per per sospetto di infiltrazioni mafiose. In Liguria fu subcommissario del Casinò di Sanremo. Viceprefetto a Ragusa, fu commissario straordinario a Giarre, Acicastello, Ispica. Nel 2008 vinse il Premio Raffaele Abate bandito dal Viminale con il saggio “Regolazione prefettizia e governance locale: alla ricerca di nuovi modelli di amministrazione”.

Prefetto dal 2009, fu destinato a Savona, siglando un Protocollo di legalità con l’Autorità Portuale di Savona e l’Apm Terminals concessionaria dei lavori di realizzazione della Piattaforma logistica portacontainers di Vado Ligure, per prevenire attività illecite mafiose della criminalità organizzata.

Dal 2012, fu prefetto di Taranto, ai tempi del processo per disastro colposo e doloso a causa della vicenda Ilva che sfociò nel sequestro dell’impianto ove lavoravano circa 12mila operai e che creò molti problemi di ordine pubblico.

Nello stesso anno nominò la Commissione di accesso al Comune di Manduria per verificare eventuali tentativi di infiltrazioni e condizionamento da parte della criminalità organizzata.

Dal 2013 fu prefetto di Reggio Calabria nel 2014 e diresse le iniziative di controllo del territorio e contrasto alla criminalità organizzata nelle province calabresi nell’ambito della Direttiva Focus ‘ndrangheta.

Nello stesso anno coordinò gli interventi internazionali per assicurare il trasbordo di armi chimiche siriane presso il porto di Gioia Tauro, definiti dall’Opac “una pietra miliare nella storia internazionale”.

Attuò il Piano Straordinario per la Giustizia in Calabria con infrastrutture e interventi sugli immobili confiscati alla ‘ndrangheta per destinarli alle forze di polizia.

Nel 2016 fu commissario dello Stato per la Regione Sicilia. Nel 2018, prefetto di Catania.





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