Editoriale

A Caivano lo Stato c’è e non è una frase fatta

di Laura Tecce -


Per anni è stato il simbolo del degrado, del silenzio delle istituzioni, del predominio della criminalità organizzata. Ma oggi a Caivano qualcosa è cambiato. E non si tratta più solo di promesse o slogan. “Lo Stato c’è” non è una frase fatta: è un segnale concreto, un’azione visibile, una presenza tangibile che si traduce in interventi, bonifiche, sport e riqualificazione urbana. L’esecutivo ha voluto lanciare un messaggio forte: non ci sono territori irrecuperabili e, come ha ricordato sabato scorso Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, presente all’evento organizzato dal partito “Il coraggio di cambiare. La sfida delle ‘Caivano d’Italia: dal degrado alla rinascita”, oggi il comune dell’hinterland napoletano è diventato un “luogo simbolico”, un modello che può essere replicato in altre periferie italiane. Dopo i gravi fatti di cronaca del 2023, quando due bambine furono vittime di abusi da parte di un “branco” di adolescenti, che hanno riportato sotto i riflettori il Parco Verde – tra i quartieri più difficili d’Italia – il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assunto un impegno diretto, in primis con un decreto ad hoc, il decreto Caivano. E le visite in loco dei vari esponenti governativi e della stessa premier nel corso dei mesi non sono state semplici “passerelle”, ma tappe fondamentali di un percorso di presenza istituzionale e risposte concrete. Non blitz estemporanei ma operazioni costanti delle forze dell’ordine, misure per contrastare e prevenire la criminalità giovanile e l’abbandono scolastico, investimenti per una maggiore presenza di insegnanti nelle scuole, più attività pomeridiane per i giovani, più ascolto per le famiglie. Un piano di rinascita sociale e urbanistica, un approccio non solo repressivo ma anche rigenerativo: esemplare, in questo senso, il progetto “Illumina – Sport e Salute a Caivano”, che ha dato nuova vita al centro sportivo “Delphinia” abbandonato da anni, rinominato “Pino Daniele” e gestito dal Gruppo sportivo della Polizia di Stato Fiamme Oro. Un cantiere di rinascita e speranza, un fronte bonificato, riqualificato e restituito ai cittadini come spazio di aggregazione e socialità. In linea con quanto sempre sostenuto dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, lo sport davvero qui diventa strumento di educazione e riscatto. Qui, dove prima c’era buio e paura, si sono accese luci, si costruisce comunità. Un laboratorio di legalità e inclusione che entro settembre sarà replicato con altri cento nuovi spazi per lo sport in tutta Italia. A Caivano, e non solo, lo Stato c’è. E per una volta è una realtà che si vede, si tocca, si vive. Le sfide da affrontare nelle aree più vulnerabili della Nazione sono ancora molte ma la strada è tacciata, la strada di un’Italia che non si arrende.


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