Economia

A conti fatti – Arriva il piano Salva casa

di Giovanni Vasso -

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio dei ministri presso Palazzo Chigi a Roma, 24 maggio 2024. ANSA/CLAUDIO PERI


È arrivato il piano salva-casa. Ma non chiamatelo condono. Con un solo decreto, il governo punta a risolvere due grane. La prima è quella legata alla conformità di migliaia e migliaia di immobili, su tutto il territorio nazionale, che sono letteralmente bloccati a causa di piccole difformità spesso legate a errori materiali nelle planimetrie, di cui non hanno responsabilità gli attuali proprietari, talora legati a vecchi documenti ormai introvabili. La seconda, invece, si riferisce alla necessità di liberare gli uffici tecnici comunali da migliaia di faldoni di pratiche bagattellari che, sostanzialmente, ne paralizzano l’attività. Secondo il vicepremier Matteo Salvini, si tratta di almeno quattro milioni di pratiche che tengono bloccati i professionisti degli enti locali e li distraggono da altri, e più importanti, compiti. Il decreto prevede anche delle spese per le “sanatorie”. Recuperare alla legalità una veranda o una piccola stanza potrà “costare” fino a 31mila euro. Un esborso non certo lieve ma, comunque, meglio di nulla.

Pericolo scampato. Il redditometro non entrerà in vigore. Né adesso né, sperano gli elettori, mai. Lo strumento avrebbe previsto una lunga, lunghissima, serie di spese “spia” delle condizioni reddituali dei contribuenti, una sorta di grande fratello fiscale a cui Giorgia Meloni, che s’è impegnata fin dall’inizio del mandato per una riforma nel segno del Fisco amico, s’è opposta con decisione congelando e bloccando il provvedimento. Il viceministro al Mef Maurizio Leo ha relazionato a proposito in consiglio dei ministri. Più che una relazione, chi c’era ha parlato di orazione funebre al vecchio (e odiatissimo) occhiuto strumento fiscale.

C’entra poco, anzi pochissimo, la guerra commerciale globale tra Cina e Stati Uniti. Epperò il passaggio di consegne delle quote societarie dell’Inter Fc dalla famiglia Zhang al fondo californiano Oaktree sembra proprio uno di quei segni dei tempi che non si possono ignorare. Passando dal mondo all’Italia, il segnale è chiaro: la Serie A non sarà più il campionato spendaccione che imparammo ad amare. Anche alla Pinetina sarà necessario stringere la cinghia e cedere, prima di comprare. Insomma, pure il pallone passa dalla spending review. Altro che zio d’America, Oaktree cerca acquirenti e, per quest’Inter piena di debiti, per ora pare che non ce ne siano tantissimi.


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