Economia

A conti fatti – Draghi in volo sull’Ue che non c’è

di Giovanni Vasso -

epa11282438 Mario Draghi, author of the Report on the Future of European Competitiveness and former president of the European Central Bank, speaks at the European Pillar of Social Rights conference in La Hulpe, Belgium, 16 April 2024. The European Pillar of Social Rights' goal is to provide a comprehensive framework of principles that guide EU and national policies on equal opportunities and access to the labor market, fair working conditions, and social protection and inclusion. EPA/OLIVIER HOSLET


L’Europa è al bivio. E non solo perché a giugno si vota e toccherà scegliere quale sarà la nuova maggioranza parlamentare. Il Vecchio Continente è in debito d’ossigeno, rischia di perdere ogni treno di competitività e presto potrebbe diventare (ancora) più succube di Usa e Cina. Mario Draghi, al Consiglio d’Europa, ha parlato chiaro. Ha spronato l’Ue a diventare ancora più unita. Ha parlato della necessità di arrivare a un mercato unico, una volta per tutte. Ha smascherato, insieme a Enrico Letta, che il vero “sovranismo” è quello degli interessi di chi, tanti, frenano l’unità (vera) del vecchio Continente. S’è proposto leader, nemmeno troppo velatamente. S’è goduto paginate su paginate. Tanti lo danno per futuro presidente della Commissione Ue. E ha fatto arrabbiare tutti gli altri. Almeno, si sarebbe dispiaciuta, oltre a Ursula, anche il suo grande sponsor, Emmanuel Macron. Che avrebbe gradito più prudenza.

Pechino ha risolto alla radice il problema della spunta blu chiedendo ad Apple di rimuovere dai suoi store le app di Whatsapp e Threads. Oltre ai prodotti di Meta, cioè Whatsapp e Threads, la Cina avrebbe deciso di oscurare anche la russa Telegram e le altre piattaforme di Signal e Line. Le ragioni, secondo il Wall Street Journal, sarebbero da rintracciare nella propaganda ostile al presidente Xi Jinping che correrebbe sulle app “vietate” dal Dragone. Ma c’è anche un’altra questione, non da poco: e cioè il ban che gli Stati Uniti si preparano a notificare, una volta e per tutte, al social cinese di TikTok.

Il nucleare? Per il ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin non si tratta che di “un ritorno al futuro”. “Il nuovo nucleare rappresenta una risorsa per il contrasto dei cambiamenti climatici – ha affermato il ministro a un convegno sull’atomo a Pavia – e per l’Italia va definito come un ritorno al futuro, una scelta ecologica e una strategia efficace per supportare l’impegno italiano contro il riscaldamento globale”. Ma prima c’è da affrontare lo scoglio e legale. E di referendum, Pichetto, non vuole sentir parlare: “Quelli che ci sono stati si chiamavano sul nucleare ma era tutto un altro prodotto”.


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