Esteri

A Gaza è in atto un genocidio. L’Italia alzi la voce

L'Ue potrebbe sospendere le concessioni commerciali con Israele e imporre sanzioni ai ministri estremisti

di Ernesto Ferrante -


Israele sta commettendo un “genocidio” a Gaza con l’intento di “distruggere i palestinesi”. Lo hanno scritto gli investigatori indipendenti delle Nazioni Unite in un rapporto che inchioda il primo ministro Benjamin Netanyahu e gli altri vertici dello Stato ebraico. La Commissione d’inchiesta internazionale ha rilevato che le forze israeliane hanno compiuto “quattro dei cinque atti genocidi previsti dalla Convenzione del 1948”, tra cui uccisioni, gravi danni fisici e psicologici e condizioni di vita mirate alla distruzione dei palestinesi.

La reazione di Israele all’accusa di genocidio

Secondo dati Onu, dall’inizio della guerra sono state uccise quasi 65mila persone e gran parte della popolazione è stata sfollata, mentre sono in corso una carestia conclamata e l’operazione di terra israeliana a Gaza City. Israele ha respinto fermamente le accuse e sollecitato “l’immediata abolizione di questa Commissione d’inchiesta”.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha condannato l’offensiva di terra di Israele contro Gaza City e chiesto la fine della “carneficina”, sottolineando le “crescenti prove” del “genocidio” in atto. “Il mondo intero chiede a gran voce la pace. I palestinesi, gli israeliani chiedono a gran voce la pace. Tutti vogliono che questo finisca e quello a cui stiamo assistendo è una continua escalation che è totalmente e completamente inaccettabile”, ha detto Turk all’Afp. “È assolutamente chiaro che questa carneficina deve finire”, ha aggiunto.

L’Ue pronta ad adottare provvedimenti forti

Nella giornata odierna a Netanyahu dovrebbe arrivare qualche segnale più deciso anche dall’Ue. L’Alta rappresentante Ue per gli affari Esteri, Kaja Kallas, in un post su X ha preannunciato “misure per fare pressione sul governo israeliano affinché cambi rotta sulla guerra a Gaza”. Nello specifico, ha parlato di “sospendere le concessioni commerciali e imporre sanzioni ai ministri estremisti e ai coloni violenti” per far capire “chiaramente che l’Ue chiede la fine di questa guerra”. Le proposte dovranno poi passare all’esame del Consiglio, che su Israele è profondamente diviso.

Gli ostaggi e la Global Sumud Flotilla

Le famiglie degli ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza hanno dichiarato “lo stato di emergenza” criticando l’operazione di terra lanciata dalle Idf a Gaza City. “Gli ostaggi e i soldati non possono essere sacrificati, insieme salveremo Israele”, si legge in una nota dell’Hostages and Missing Families Forum che ha fatto sapere che organizzerà ogni sera una manifestazione davanti alla casa del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme.

I ministri degli Esteri della Spagna e di altri 15 Paesi con cittadini che fanno parte degli equipaggi della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza, temono per la sicurezza dei componenti della missione e hanno intimato a Israele di astenersi attacchi o detenzioni illegali in acque internazionali.

Chi parla e chi ancora tace

Nel comunicato congiunto, José Manuel Albares e i suoi omologhi di Turchia, Bangladesh, Brasile, Colombia, Slovenia, Indonesia, Irlanda, Libia, Malesia, Maldive, Messico, Oman, Pakistan, Qatar, e Sudafrica hanno espresso “preoccupazione per la sicurezza” della Flotilla “un’iniziativa della società civile a cui partecipano cittadini dei nostri Paesi” il cui obiettivo è “portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e far prendere coscienza delle urgenti necessità del popolo palestinese e della necessità di fermare la guerra a Gaza”. Obiettivi, hanno rimarcato, “condivisi dai nostri governi”.

“Chiediamo quindi di astenersi da qualsiasi azione illegale o violenta contro la flotilla e che si rispetti il diritto internazionale umanitario”, hanno evidenziato nell’appello in cui comunque non è citato mai espressamente Israele, anche se si avverte che qualsiasi violazione “compresi attacchi contro le barche in acque internazionali e detenzioni illegali”, provocherà risposte. Risalta l’assenza dell’esecutivo italiano, troppo pavido nei confronti dello Stato ebraico e di Netanyahu. Al netto di confuse perifrasi e mere enunciazioni prive di qualsiasi tipo di risvolto pratico, ad oggi Roma sta giocando a nascondino. Il tempo è scaduto. A Gaza c’è un genocidio. Lo afferma l’Onu, lo certificano i numeri.


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