Esteri

A Gaza Israele sta silenziando l’informazione con le bombe

Chiuse le indagini sul bombardamento della chiesa della Sacra famiglia

di Ernesto Ferrante -


Due giornalisti palestinesi sono rimasti uccisi negli attacchi condotti ieri da Israele a Gaza. Con la morte di Walaa al Yaabari e il fotogiornalista Tamer al Zaanin, è salito a 231 il numero dei reporter rimasti uccisi dall’inizio della “guerra genocida”, si legge nel comunicato stampa delle autorità di Gaza pubblicato su Telegram. Al Yaabari ha perso la vita “insieme a tutta la sua famiglia”, stando a quanto ha riportato il giornale Filastin, denunciando “il nuovo crimine contro giornalisti palestinesi da parte dell’esercito israeliano”.

Continua a salire il numero delle vittime

I raid israeliani nell’enclave palestinese nelle scorse 24 ore hanno causato la morte di 113 persone e il ferimento di altre 534. Il bilancio delle vittime, dalla rottura del cessate il fuoco a marzo, è salito a 8.363, mentre il totale dal 7 ottobre è di 59.219.

Le Forze di difesa israeliane si sono ritirate da Deir al-Balah, tre giorni dopo essere entrate nell’area. I palestinesi hanno accusato l’esercito dello Stato ebraico “di aver causato una estesa distruzione di terreni agricoli e abitazioni durante il ritiro”.

La spiegazione di Tel Aviv non convince

Le Idf hanno dichiarato di aver concluso le indagini sul bombardamento della Sacra Famiglia, l’unica chiesa cattolica nella Striscia a Gaza City, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre nove, tra cui il parroco locale, Padre Gabriel Romanelli. “La chiesa è stata colpita accidentalmente a causa di una deviazione accidentale di munizioni”, è scritto nel comunicato che ricalca le valutazioni preliminari, come già accaduto in altri casi, e non menziona il tributo di sangue di un’azione condannata dalla Santa Sede e dal Patriarcato latino di Gerusalemme.

“Durante l’operazione sono state apportate modifiche per migliorare la precisione del fuoco e, in seguito all’incidente, sono state ulteriormente chiarite le linee guida per aprire il fuoco in prossimità di edifici religiosi, rifugi e altri siti sensibili”, ha affermato l’esercito. A seguito delle pressioni degli Stati Uniti, l’ufficio del Primo Ministro israeliano ha rilasciato una dichiarazione in cui mostrava rammarico e ha contattato i funzionari cattolici per scusarsi dell’accaduto.

Il presidente algerino su Gaza

“Esprimiamo la nostra preoccupazione forte per quello che succede in Medio Oriente”. Lo ha detto il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, nel suo intervento in occasione del Quinto Vertice intergovernativo Italia–Algeria a Villa Pamphilj. “La situazione richiede soluzioni urgenti che pongano fine a questa instabilità nella regione”, ha aggiunto Tebboune.


Torna alle notizie in home