Politica

A Treviso perde la linea dei “ribelli” Il Capitano vince in casa di Zaia

di Ivano Tolettini -

Dimitri Coin nuovo segretario provinciale leghista di Treviso ©imagoeconomica


La Lega alle Regionali lombarde e laziali recupera rispetto alle politiche, e Matteo Salvini nella serata di domenica si toglie la soddisfazione di telefonare al nuovo segretario provinciale leghista di Treviso, Dimitri Coin (nella foto), che non è certo un suo avversario. Anzi. “Auguro un buon lavoro a Dimitri Coin, nuovo segretario eletto dai militanti della provincia di Treviso”, sottolinea il Capitano. Tanto che il deputato padovano Alberto Stefani, salviniano di ferro e commissario regionale del Carroccio, gonfia il petto e dice soddisfatto: ”Treviso, quella che era stata descritta come la roccaforte dei ribelli, ha dato un risultato completamente diverso”. Dunque, ritorna alla guida del Carroccio Coin, vicepresidente dei leghisti alla Camera, che stacca di 12 voti Riccardo Barbisan, altro candidato in quota salviniana, mentre si colloca solo terzo con 250 voti l’ex deputato Luciano Dussin, questo sì sostenuto dai dissidenti di Roberto Marcato (e da Luca Zaia più in disparte) rispetto alla linea del segretario Salvini. Il fatto stesso che Stefani abbia usato l’aggettivo “ribelle” per etichettare gli avversari interni, soprattutto quelli della fazione “veneta”, la dice lunga sul clima che si respira nella Lega veneta. Con Coin si è subito complimentato anche Zaia, che domenica è andato a votare ed ha rimarcato la necessità che la Lega torni a parlare alla gente e alle categorie economiche, a cominciare da imprenditori e partite Iva, senza tralasciare il mondo dei lavoratori, che rappresentano il cuore pulsante del leghismo che lo hanno sempre sostenuto con un consenso bulgaro. Il vincitore Dimitri Coin una volta appreso il risultato, chiamando sul palco i due sfidanti, ha osservato che “dobbiamo ripartire tutti assieme e torniamo a lavorare in assoluta armonia per riportare i cittadini al nostro fianco, perché i nostri sostenitori vogliono un partito unito che rema dalla stessa parte”. Certo, il rammendo un partito che in Veneto, e non solo, è lacerato, non sarà semplice. Sul punto Barbisan ha replicato: “Coin dovrà essere il segretario ancora di più di quelli che non l’hanno votato, che di quelli che l’hanno votato, ma ci sarà grande disponibilità”. Del resto, il consiglio provinciale del Carroccio ha espresso una stragrande maggioranza che diverge da Coin, anche se lo stesso Barbisan è in linea con la segreteria Salvini. Certo, nessuno dei tre candidati ha mai nominato il nome del leader nazionale durante i loro interventi. Non a caso Dussin, che voleva un ritorno alla Lega delle origini, lontana dalle dinamiche lombarde che da sempre guidano il partito, ha analizzato: «Diciamo che abbiamo perso un’occasione, non abbiamo colto il messaggio lanciato dai nostri azionisti di maggioranza, gli elettori, alle ultime elezioni politiche. Sono stati estremamente critici verso la dirigenza della Lega. Onore al merito di chi ha vinto, ma siamo lontani dall’interpretare quello che gli elettori avevano manifestato. Vuol dire che dentro la Liga sono prevalse le logiche più morbide con via Bellerio. Posizioni che stanno virando per portare la Liga Veneta sempre più verso Padova».


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