A Venezia i borseggiatori denunciano chi li filma o fotografa mentre agiscono
Paradosso veneziano, borseggiatori denunciano i malcapitati che li riprendono con gli smatphone mentre agiscono.
A Venezia sta accadendo qualcosa che lascia cittadini e turisti increduli: i borseggiatori non solo continuano ad aggirarsi tra calli e campielli, ma hanno iniziato a denunciare chi li filma o li fotografa mentre agiscono. Accuse di stalking e violazione della privacy vengono presentate contro persone comuni, spesso appartenenti al gruppo “Cittadini non distratti”, che da anni segnala la loro presenza urlando il celebre avviso “attenzione pickpocket!”.
Il paradosso della giustizia
Il risultato è un cortocircuito legale. I borseggiatori, ripresi mentre cercano di colpire turisti o veneziani distratti, finiscono per trasformarsi in “vittime” di chi li smaschera. Alcuni attivisti si trovano a dover rispondere davanti ai giudici, mentre i presunti ladri, dopo un fermo momentaneo, tornano in libertà nel giro di poche ore. Tutto ciò alimenta la sensazione di impunità e di frustrazione diffusa.
Le reazioni delle istituzioni
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha parlato apertamente di un sistema normativo inadeguato, aggravato dalla riforma Cartabia, che ha reso ancora più complessa la gestione dei reati minori. Anche il comandante della Polizia municipale, Marco Agostini, ha sottolineato come i cittadini non possano sostituirsi alle forze dell’ordine, pur comprendendo l’esasperazione crescente. La linea ufficiale resta chiara: le denunce devono essere raccolte e seguite dalle autorità, non dai singoli.
Cittadini tra rabbia e paura
Per molti veneziani, tuttavia, la situazione ha dell’assurdo. Non è raro che turisti, una volta rientrati in patria, raccontino di essere stati salvati proprio dall’allerta lanciata dai volontari. Eppure, oggi, sono questi stessi cittadini a rischiare conseguenze legali. I borseggiatori finiscono quindi per assumere un ruolo quasi protetto, mentre chi prova a difendere la comunità viene ostacolato.
Una città sospesa
Il tema dei borseggiatori non è solo questione di ordine pubblico: tocca il cuore dell’identità veneziana. In una città che vive di turismo e immagine internazionale, la percezione di insicurezza rischia di diventare un fardello insostenibile. Se da un lato le regole devono tutelare la presunzione d’innocenza e il diritto alla privacy, dall’altro è evidente che senza strumenti concreti i ladri continueranno a colpire indisturbati.
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