Esteri

Aborto, da oggi in Oklahoma è più difficile

Il governatore repubblicano ha firmato una legge che limita l’interruzione volontaria di gravidanza ad alcuni specifici e limitati casi

di CdG -

USA Washington DC Corte Suprema Istituzioni Esterni


L’Oklahoma è da oggi lo Stato americano in cui è più difficile abortire: il governatore repubblicano Kevin Stitt ha infatti firmato una legge, già entrata in vigore, che proibisce l’interruzione di gravidanza in ogni fase della gestazione dalla fecondazione in poi.

E se è vero che, fa notare qualcuno, nel testo quanto alla definizione di “aborto” non c’è alcun riferimento a uso e/o prescrizione di farmaci abortivi (quali per esempio la cosiddetta “pillola del giorno dopo”), lo è altrettanto il fatto che la nuova norma è estremamente restrittiva. In essa, infatti, si dispone che l’interruzione volontaria della gravidanza è consentita solo in caso di emergenze mediche con pericolo di vita per la madre o quando la gravidanza stessa è frutto di stupro, incesto o aggressione sessuale. La nuova normativa, inoltre, dà la possibilità ai cittadini privati di portare in tribunale per cause civili non le donne ma chi pratica o induce “consapevolmente” l’aborto, con possibilità di richiesta di risarcimenti fino a 10 mila dollari

Il governatore Stitt – riferisce la CNN – dopo aver messo il suo sigillo al provvedimento ha ricordato di aver “promesso agli abitanti dell’Oklahoma che da governatore avrei firmato ogni singolo documento legislativo pro-vita che fosse arrivato sulla mia scrivania e oggi sono felice di poter tener fede a questa promessa. Dal momento in cui la vita inizia, al concepimento, abbiamo la responsabilità come esseri umani di proteggere la vita del bambino e della madre. Questo è quello a cui crede la maggioranza degli abitanti dell’Oklahoma. Se altri Stati vogliono approvare leggi diverse – ha concluso – è un loro diritto, ma noi saremo sempre schierati per la vita”.

La nuova legge che – ricordano i media – si inserisce in un piano di varie misure contro l’aborto già predisposte dall’Oklahoma, era stata approvata qualche settimana fa a larga maggioranza (repubblicana) dall’Assemblea legislativa dello Stato nonostante l’opposizione della minoranza democratica.

“Se non sei ancora nato allora va bene, ma se hai bisogno di andare all’asilo allora buona fortuna se sei nato in Oklahoma e se sei nei sistemi senza fondi dell’assistenza sociale o della scuola pubblica” aveva dichiarato il democratico Mickey Dollens criticando la legge.

Molto dura, poi, la posizione di Planned Parenthood, che su twitter commenta l’accaduto dichiarando senza mezzi termini che “questo divieto deve essere fermato insieme a tutti gli altri divieti che questo Stato ha approvato”. L’organizzazione pro-aborto, inoltre, molto probabilmente darà seguito all’annuncio fatto in precedenza secondo cui in caso di approvazione della legge in questione avrebbe “citato in giudizio l’Oklahoma”.

Negli Stati Uniti l’aborto è legale dal 1973, quando la Corte suprema emise la sentenza Roe vs Wade che sancì il diritto per tutte le donne americane di abortire. Tale pronunciamento, però, non è stato mai recepito in una vera e propria legge valida per tutto il territorio a stelle e strisce. La disciplina sull’interruzione volontaria della gravidanza, infatti, è affidata a norme emanate dai singoli Stati, come quella approvata dal Texas pochi mesi fa che ha ispirato la nuova norma promulgata oggi in Oklahoma. Va ricordato, infine, che la Corte Suprema sembra stia portando avanti una linea che muta quella precedente e segna una netta inversione di tendenza sulla spinta di numerosi Stati americani che già si muovono in senso molto restrittivo.


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