Trump firma il raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio da oggi
Il presidente americano Donald Trump ha firmato un nuovo decreto che raddoppia i dazi doganali sulle importazioni di acciaio e alluminio, portandoli dal 25% al 50%. La misura, considerata altamente strategica dalla Casa Bianca, è entrata in vigore oggi alle 00:01 ora locale (le 04:01 in Europa) e rappresenta uno dei provvedimenti più significativi in materia commerciale da parte del presidente dopo il suo ritorno alla Casa Bianca. Nel testo del decreto, Trump giustifica la decisione come necessaria per “adeguare le importazioni” e impedire che danneggino la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Secondo il presidente, la sovrattassa rafforzata sarà più efficace nel contrastare l’eccesso di produzione estera a basso costo, fenomeno che da anni erode la competitività delle industrie americane del settore. “Le nostre industrie dell’acciaio e dell’alluminio saranno più forti che mai”, ha dichiarato venerdì scorso in occasione dell’annuncio del provvedimento. Il raddoppio dei dazi è solo l’ultimo passo in una strategia protezionista già avviata con la precedente misura del 25%, entrata in vigore a marzo. L’obiettivo è frenare l’ingresso sul mercato americano di prodotti considerati sottocosto e provenienti soprattutto da Paesi come Cina, India e Brasile, ma anche da partner storici come il Canada e diversi Paesi europei. Immediata la reazione internazionale. La Commissione europea ha espresso “profondo rammarico” per la decisione, giudicandola un atto unilaterale che mina gli sforzi in corso per una soluzione condivisa tra Washington e Bruxelles sul commercio dei metalli. Anche il Canada, principale esportatore di acciaio verso gli Stati Uniti, ha ribadito la propria opposizione, ricordando il reclamo formale già presentato lo scorso marzo all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Secondo l’OMC, le misure introdotte dagli Stati Uniti violerebbero gli obblighi previsti dagli accordi internazionali. L’inasprimento dei dazi su acciaio e alluminio rischia ora di innescare nuove tensioni commerciali, in un contesto globale già instabile e segnato da forti incertezze geopolitiche. L’Unione europea sta valutando contromisure proporzionate, mentre aumentano le preoccupazioni per un possibile effetto a catena su altri settori strategici. Con questa mossa, Trump conferma l’impostazione protezionista della sua politica economica e commerciale, puntando a rafforzare la manifattura nazionale e a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di materie prime industriali. Resta ora da vedere quale sarà l’impatto concreto sul mercato globale e se le contromisure annunciate dai partner internazionali daranno vita a una nuova fase di conflitto commerciale.
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