Accordo raggiuto in Ue, la prossima settimana il voto sulla Commissione
L’accordo per la nomina dei sei vicepresidenti esecutivi designati della prossima Commissione Europea sembra ormai definito, nonostante le tensioni interne. I coordinatori dei gruppi politici delle commissioni competenti si riuniranno questa sera a Bruxelles per approvare le valutazioni dei candidati ancora in sospeso, tra cui l’ungherese Oliver Varhelyi, a cui saranno scorporate alcune deleghe rispetto a quanto inizialmente previsto e, ovviamente, Raffaele Fitto. L’intesa, sebbene raggiunta con difficoltà, dovrebbe consentire il voto finale sull’intero collegio mercoledì prossimo, durante la plenaria a Strasburgo.
La questione, complicata da dinamiche interne spagnole che hanno temporaneamente bloccato il processo a causa delle accuse a Teresa Ribera sulla gestione dell’alluvione che ha devastato Valencia, ha visto un ruolo cruciale giocato dal leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber. L’accordo prevede che i sei vicepresidenti e il commissario ungherese vengano approvati con una maggioranza dei due terzi a livello di coordinatori, senza coinvolgere tutti i membri delle commissioni. Questo compromesso punta a evitare ulteriori fratture e a garantire un passaggio agevole verso il voto in plenaria. Tuttavia, le divisioni politiche restano evidenti, con i popolari spagnoli che si oppongono fermamente all’intesa.
La presidente eletta della Commissione, Ursula von der Leyen, pur mantenendosi in disparte per gran parte della vicenda, ha partecipato a incontri con i leader dei gruppi politici per attenuare le tensioni. Si prevede che intervenga in Aula per lanciare segnali di coesione e rafforzare la legittimità della sua squadra. L’intesa raggiunta, la cui conferma è stata resa nota da diversi gruppi di maggioranza al Parlamento europeo, rappresenta un fragile equilibrio, ma potrebbe garantire l’avvio della nuova Commissione nonostante le fratture politiche. Lo stesso arrivo concomitante dei leader di popolari, socialisti e liberali alla Conferenza dei capigruppo è un ulteriore segnale di come la situazione, che aveva messo a rischio la stessa von der Leyen, sia diventata senza dubbio più distesa, il che significa che la scadenza del primo gennaio per la partenza della nuova Commissione Ue potrà essere rispetatta.
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