Addio a Franco Ligas, storico giornalista sportivo: aveva 79 anni
Il giornalismo sportivo italiano piange la scomparsa di Franco Ligas, volto noto delle reti Mediaset, morto all’età di 79 anni dopo una lunga malattia. Nato a Oristano il 10 gennaio 1946, aveva costruito gran parte della sua carriera in Toscana, prima di fare ritorno nella sua Sardegna al momento della pensione.
Franco Ligas, gli esordi e la carriera in Mediaset
L’esordio televisivo di Ligas risale al 1976, quando con Tele Libera Firenze intervistò Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli, freschi vincitori della Coppa Davis. Da quell’incontro iniziò un percorso che lo avrebbe portato a diventare una delle voci più riconoscibili del giornalismo sportivo. Per la stessa emittente condusse in seguito una trasmissione dedicata al tennis, disciplina che fu sempre una delle sue passioni.
Nel 1979 passò a Canale dei Bambini, altra realtà televisiva toscana, occupandosi di tennis e ippica. L’anno seguente approdò a Elefante Tv, prima di compiere il salto decisivo nel 1984 con l’ingresso nelle reti Fininvest, l’attuale Mediaset. Da quel momento la sua carriera prese slancio: Ligas divenne uno dei telecronisti principali di Italia 1 Sport, commentando incontri di pugilato, partite di tennis e appuntamenti calcistici. Fu in particolare la voce delle grandi serate di boxe, un ruolo che gli valse notorietà e apprezzamento per competenza e stile narrativo.
Tra il 1991 e il 1993 collaborò anche con Tele+, continuando a diversificare la sua attività. Nel frattempo, con Mediaset, si occupò anche di ippica e soprattutto di calcio: da inviato di Studio Sport seguì spesso la Fiorentina, squadra alla quale era particolarmente legato vivendo a Firenze. La sua esperienza lo portò anche dietro al microfono di Pressing Champions League, trasmissione cult del calcio europeo negli anni Novanta e Duemila.
Ligas è rimasto in Mediaset fino al 2013, contribuendo per quasi trent’anni alla crescita dell’informazione sportiva del gruppo televisivo. La sua cifra stilistica è sempre stata la combinazione di professionalità e ironia, un tratto che lo rese apprezzato non solo dai telespettatori ma anche da colleghi e addetti ai lavori.
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