Cronaca

ADDIO A FRANCO MARINI L’ETERNO SINDACALISTA

di Redazione -


Addio, dopo una difficile battaglia contro il Covid a Franco Marini. Politico e sindacalista, era stato segretario generale della Cisl, presidente del Senato, ministro del Lavoro, segretario del Partito popolare italiano ed europarlamentare. Era nato 87 anni fa a San Pio delle Camere, in abruzzo, laureato in giurisprudenza, con una lunghissima militanza nella Cisl e nella Democrazia Cristiana, era approdato al Partito democratico, diventandone un esponente di peso. Iscritto alla Democrazia Cristiana dal 1950, è stato segretario generale della Cisl dal 1985 al 1991, anno in cui ha lasciato il sindacato per fare il ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel VII governo Andreotti. Nel 1994 partecipa alla trasformazione della Dc in Partito Popolare Italiano, di cui diviene segretario tre anni dopo. Guida il Ppi per due anni, partecipando alla nascita e alla caduta governo Prodi nell’ottobre del ‘98; caduta avvenuta in seguito all’uscita di Rifondazione comunista dalla maggioranza ma legata anche a una strategia che le cronache del tempo ribattezzano ”l’asse Marini-D’Alema”. Nel 2006 diventa presidente del Senato. Nel 2013 ”sfiora” il Quirinale: è il candidato da Bersani, ma non ottiene l’elezione. Tante, le testimonianze di amicizia e cordoglio che sono arrivate dal mondo politico e sindacale. ”La scomparsa di Franco Marini è una notizia che ci addolora profondamente – ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan -. Marini è stato uno dei padri fondatori della Cisl, per tanti anni segretario generale della nostra organizzazione in tempi difficili per il nostro paese, caratterizzati dall’attacco del terrorismo alle istituzioni”. La sua scomparsa addolora ”non solo tutti gli iscritti della Cisl ma tutti gli italiani”. Se ne e’ andato ” un uomo integro – ha affermato Pierluigi Castagnetti -, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera”. ”Ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni – ha sottolineato Dario Franceschini -. Uno degli artefici della nascita dell’Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il PPI scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico”. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti, in un saluto su Facebook, lo ha ricordato come ”un grande Italiano” e ”un instancabile combattente a difesa del futuro e dei diritti dei lavoratori”. Sono tanti gli accordi e le conquiste sindacali a cui Marini ha contribuito grazie alle sue abili doti di mediatore. Da segnalare l’importante intesa del 1989 con il governo De Mita per la restituzione del fiscal drag nelle buste paga dei lavoratori che segno’ anche la ricomposizione con la Cgil dopo lo strappo del 1984 sulla scala mobile a cui Marini insieme a Pierre Carniti aveva notevolmnete contribuito. Ma contro lo stesso governo De Mita poco dopo fu proprio Marini a proclamare lo sciopero generale contro l’introduzione dei ticket sanitari. Insomma, fu una grande lezione di autonomia del sindacato. Cosi’ come successivamente Marini si batte’ per definire una nuova strategia sindacale per tutelare i redditi da lavoro e per affrontare le sfide del cambiamento dopo la caduta del comunismo e alla vigilia dell’Europa del trattato di Maastricht. Tanto e’ vero che quando fu eletto alla seconda carica dello stato ribadi’ che la professione della sua vita era quella di uomo del sindacato: ”sono e saro’ sempre un sindacalista”, ribadi’ nettamente.

 red/rf

 


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